Ieri... oggi, è già domani | 11 novembre 2023, 05:05

"s'à edàm" - ci vediamo

Il saluto tipico dei Bustocchi è dentro la frase "s'à edàm" (ci vediamo) che presuppone condivisione e speranza.

"s'à edàm" - ci vediamo

Il saluto tipico dei Bustocchi è dentro la frase "s'à edàm" (ci vediamo) che presuppone condivisione e speranza. Il "ci vediamo" vuol dire piacere di un nuovo incontro, analisi su quanto s'è detto, voglia di continuare un dialogo. Al "s'à edàm" di nuova gittata c'è pure una richiesta perentoria: "m'al vo'l lauò" (come va il lavoro) che racchiude tanti significati. D'accordo l'andamento economico, riguardo il Lavoro, ma dentro la richiesta c'è una constatazione. Che potrebbe significare una pura curiosità, ma per il Bustocco significa coerenza. Quando il Lavoro va bene, vuol dire che si è in ottima salute e che si desidera ardentemente "proseguire" sulla suddetta strada.

Giusepèn m'è testimone. Aggiunge pure la sua precisazione che è "non dumò'l padron al rispundèa in chèla manèa, ma anca i uperoi i diseàn a stessa roba" (non solo il principale rispondeva in quel modo, ma pure gli operai dicevano la stessa cosa). Per onorare sempre il Lavoro, "abbinato" alla salute per poterlo svolgere nella giusta dimensione. Qualcuno poi aggiungeva "lauà malamenti e lauà pulidu l'è stess prezzi" (eseguire un lavoro nel modo migliore o svolgerlo con malavoglia, è lo stesso prezzo, per dire che è uguale fatica) e, anche qui, si abbina alla salute, professionalità e impegno.

A discutere di Lavoro con Giusepèn, si sfonda una porta aperta. Giusepèn snocciola tanti esempi, alcuni dei quali sono  pubblicati su "ul Giusepèn" e su "Giusepèn e Maria"; quindi, rimandiamo gli esempi ai due libri, meravigliosamente andati a buon fine nelle due Edizioni di "ul Giusepèn" e nelle tre Edizioni di "Giusepèn e Maria" - a proposito di libri: anni fa, dappertutto si diceva "niente pubblicità su questo sito", includendo negli "annunci editoriali" anche la notizia riguardante i libri. Poi, si è "scoperto" che a discutere di Libri NON si fa pubblicità, ma si informa la gente che è in vita "qualcuno" che vuole informare e, per dirla con Umberto Eco, "a leggere un libro si conosce la vita di altre persone - a non leggere si conosce a malapena la propria vita, senza alcuna speranza di progresso".

Oggi poi, si è istituito la "giornata le libro" corredandola pure di uno slogan "abbi il coraggio di leggere un libro" ma pure "il coraggio di leggere" - qui, la Notizia (l'ho scritta con l'iniziale maiuscola) riguarda il successo dei due "titoli di libro" succitati; quindi, le poche copie tuttora in circolazione, non costituiscono "business", ma unicamente informazione. Per dire quanto è vero che "la gente legge poco", ma è assolutamente non-vero che la gente di questo Territorio (il nostro) è sotto la media dei libri venduti. "ul Giusepèn" e "Giusepèn e Maria" lo confermano e quel "Dialetto Bustocco da strada" codificato negli esempi pubblicati, rende il meglio delle Tradizioni, senza i quali, il Dialetto Bustocco andrebbe a sparire. Ci si lamenta della "perdita dell'idioma indigeno" eppoi si fa nulla per farlo imparare alle nuove generazioni. Nessuna polemica, ma non tutto è perduto. Per discutere di Dialetto Bustocco da strada, si deve discutere con chi, il Dialetto l'ha imparato in casa, dove si viveva di Dialetto. E non studiare giocoforza l'italiano, poi illudersi di conoscere il Dialetto Bustocco AUTENTICO.

Giusepèn è categorico al riguardo: "tan libar gan dentu ul milanesi o ul talian, ma insci s'à imbastardissi ul nostar Dialetu" e Giusepèn scuote la testa in senso di diniego. Dice "tanti libri hanno dentro il "milanese" o l'italiano, ma così facendo, si imbastardisce il nostro Dialetto Bustocco ….. "ciau Giusepèn ….s'à edàm".

 

Gianluigi Marcora

Leggi tutte le notizie di IERI... OGGI, È GIÀ DOMANI ›
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore