Ieri... oggi, è già domani | 17 luglio 2022, 06:00

"a murra" - la morra

Vispo e allegro, Giusepèn mostra il suo bel faccino da bimbo-adulto che è tutto un programma

"a murra" - la morra

Vispo e allegro, Giusepèn mostra il suo bel faccino da bimbo-adulto che è tutto un programma. Mi fanno specie le sue rughe "giovanili" che determinano il suo vissuto. Talvolta gli vorrei carpire qualche segreto. Non ce la faccio. Giusepèn è solare e quando comincia col "ma ragordu" (mi ricordo) salta fuori sempre qualcosa che ci fa ridere a crepapelle. Una a caso: "l'Usteria dul bus dul "  che tradotta così, sembra un'espressione volgare; invece nel Dialetto Bustocco "da strada" significa un che di colorito. E ne parlo subito.

Gli avventori di tale Osteria, ubicata nell'attuale via Manara in Busto Arsizio (per intenderci, nella strada che conduce alla Piscina Comunale), solevano sfidarsi al gioco della "morra" ora considerato "d'azzardo" quindi proibito da effettuarsi in luogo pubblico.

Si giocava così, la "morra": due contendenti dovevano pronosticare e dichiarare prima di mettere in evidenza la mano destra, la sommatoria delle dita che ovviamente contemplava quanto aveva "metu giù" (messo giù) il primo, con quanto aveva "metu giù" il contendente ….(mamma mia, si fa prima a spiegarlo col pratico). Uno dice 5 e la sua mano mette in evidenza 3 dita - vince se l'avversario ha indicato 2 e non dice 5 - per controprova, diciamo che un giocatore dice 3 e mette sul tavolo 1 e spera che il suo avversario dica un numero diverso da 3, ma che mette sul tavolo un 2 ….(ce l'ho fatta a far comprendere come si gioca alla "morra"? - spero di si!).

L'operazione come si eseguiva? semplice, i giocatori erano chini di fronte al tavolo di gioco e la posizione per chi transitava era quella di mostrare le terga o il fondo schiena. Da qui, nel Dialetto Bustocco da strada, si illustrò la posizione raffigurante la parte considerata (erroneamente) "meno nobile" del corpo umano.

Giusepèn fa ricordare addirittura certi "proclami" di Menenio Agrippa (sic) che raffigurava il "bus dul cù" quale elemento importantissimo delle funzioni corporali. Pensate a chi mangia, a chi deve farlo almeno tre volte al giorno. Pensate pure alla "digestione" che avviene nel corpo. D'accordo la "trasformazione" del cibo in energia, ma ci sono pure le "scorie" di quel cibo. E, se non fossero espulse, il corpo arriverebbe a implodere. Quindi, d'accordo il cuore, il cervello e tutte le altre parti del corpo, ma la funzione particolare che parla di vita è quella effettuata dal "cù" e ovviamente dall'apparato sessuale che è inutile qui citare.

"Candu t'è pasèi davanti a u Usteria, te sentei usà, bastemà, risià" (quando transitavi davanti all'Osteria, sentivi urlare, bestemmiare, litigare) per un semplice motivo. C'era anche nella "morra" chi bluffava, chi era lesto a cambiare la posizione delle dita, quindi anche in quel gioco c'era il "baro" "e ga curea i guardi" (e correvano gli Agenti di Polizia o i Carabinieri). Poi, il gioco fu messo "fuori Legge" e "lUsteria dul bus dul cù" divenne unicamente un ricordo!

 

 

 

Gianluigi Marcora

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