Il Gusto di Busto | 07 giugno 2025, 08:15

Di erbe, leggende e segreti tra le famiglie di Busto

Sono tante, tantissime. E ricordiamoci che raccolte nel giorno di San Giovanni, solstizio d’estate, possedevano proprietà particolari

Di erbe, leggende e segreti tra le famiglie di Busto

ERBE BUSTOCCHE

Eccone un elenco tratto dal Dizionario di Luigi Giavini:

Erbabòna: finocchio selvatico (per i bruscitti)

Erbèti: erbette

Erbalàna: l’Azimonti ne fa una splendida descrizione: “Agnello… vegetale. Una leggenda Medievale, corrente ancora in Inghilterra nel sec.XVII, asseriva che in Tartaria fioriva una pianta detta l’albero dell’agnello dal frutto della quale schiudevasi a maturazione un candido vello con cui gli indigeni confezionavano stoffe meravigliose. La leggenda adombrava senza dubbio la pianta del cotone.”

Erbabìcu: barba di becco, detta anche barba di prete. Ricordiamo un proverbio:

“sumenà i erbabìchi” ovvero fare un lavoro inutile.

Erbamèdiga: erba medica, trifoglio

Erbarùga: ruta

Erbasàia: salvia

Erbàscia: erbaccia

Erba da San Giuàn: verbena officinalis

Erba strambèa: sono le comuni “lavazze” a foglie larghe, da applicare sulle slogature

Erba dul suldà: achillea millefoglie. I Celti celebravano un rito religioso per la sua raccolta essendo un’erba preziosa per curare le ferite.

Erba betonica: betonica

Erba murnèa: celidonia

Erburèn: prezzemolo (anche pedarsèn)

Pancücu: acetosa

Limunzina: cedrina o erba luisa.

Tim: timo

Purscelana: portulaca

Curengiöa: erba del cucco o lingua di cane. Nel Dizionario: erba i cui fiori a

capsula vengono fatti scoppiare dai bambini premendoli sulla fronte o sul

dorso delle mani. Detta così perché astringente, e quindi fa tirare la cinghia,

la “curèngia”.

Erba da San Pedar: piretro o erba amara

Malba: malva

Üsmaèn: rosmarino

Basilicu: basilico

Mazzacavài: graziola

Brügu: erica

Malvòn: altea

Peuchèn: piantaggine

Strascianvaca: tarassaco

Gramegna: gramigna

Traföi: trifoglio

Erba da Santa Teresa: miseria

 

Secondo una credenza popolare le erbe, raccolte nel giorno di San Giovanni, solstizio d’estate, possedevano proprietà particolari. Era il massimo dell’incantesimo, ed è in questa notte che si raccoglie l’erba magica per farne un decotto con cui detergere la fronte degli ammalati, l’artemisia per scacciare demoni e streghe, il sambuco da essiccare ed usare come purgante, l’iperico, detto anche “scacciadiavoli” da tenere addosso per tenere lontano il malocchio, la verbena per avere pace e prosperità…

In questa notte la Madonna piange nel ricordo del battesimo di suo figlio e di angoscia per i mali del mondo e le sue lacrime diventano, per incanto, rugiada, che sulle foglie delle verzette e del granoturco si fa cristallo in piccole perle lucenti.

Si diceva che solo tre famiglie di Busto, dopo anni di tentativi, erano riuscite a trovarle ed a conservarle, intatte, in piccoli astucci vellutati, come reliquie.

Dice ancora la leggenda che queste “lacrime” messe negli occhi di chi soffriva per un corpo estraneo, lo trascinavano fuori, guarendolo…

Magistero dei Bruscitti-www.magisterodeibruscitti.org

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Viaggio mensile, accompagnati dal Magistero dei Bruscitti, nelle ricette e nei piatti di ieri, più attuali e apprezzati che mai, con la Confraternita fondata da Bruno Grampa nel novembre del 1975. Obiettivo di allora, creare un sodalizio che salvasse, valorizzasse e diffondesse la conoscenza della tradizione della cucina bustocca.

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