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Busto Arsizio | 28 febbraio 2024, 07:35

Il video con Emma al cimitero “ricompatta” Busto Grande

Il videoclip della canzone di Fabri Fibra girato nel camposanto è al centro delle discussioni (e delle polemiche) da social. Tantissime critiche, pochi i commenti positivi. Tra questi, si registrano le voci fuori dal coro di alcuni esponenti della politica cittadina, accumunati dall’aver dato vita al progetto “trasversale”, ora accantonato, di Busto Grande. La prima lista a puntare su Antonelli sindaco nel 2016…

Un frame del video e il logo di Busto Grande

Un frame del video e il logo di Busto Grande

Nei gruppi Facebook dedicati alle vicende bustocche non si parla quasi d’altro. Il video musicale con Emma Marrone girato al cimitero di via Lonate è al centro delle discussioni (e delle polemiche) da social (leggi qui).
Non si contano gli interventi di chi giudica di cattivo gusto la scelta di registrare in un luogo sacro alcune scende del videoclip della canzone di Fabri Fibra  “In Italia 2024”, con Emma e Baby Gang. Con critiche rivolte anche al Comune per aver concesso il “nulla osta”.
Qualcuno, al contrario, ha letto nel video un omaggio alla città e allo stile delle arcate opera dell’architetto Luigi Ciapparella, che appaiono – inconfondibili per chi conosce il camposanto principale di Busto – alle spalle dell’artista salentina.

Ma i commenti positivi sono sicuramente molto meno numerosi rispetto alle critiche. Tra questi, però, si registrano le prese di posizione di alcuni esponenti o ex esponenti della politica cittadina. Accumunati dall’aver dato vita e portato avanti – chi più, chi meno – il progetto di Busto Grande, il movimento “trasversale” nato in vista delle amministrative del 2016 che per primo caldeggiò la candidatura a sindaco di Emanuele Antonelli.
L’esperienza, di fatto, si è poi dispersa al termine della scorsa consiliatura. Ma il caso del video al cimitero ha ricompattato virtualmente gli ex portacolori di Busto Grande. Con le loro voci - e non è una novità - fuori dal coro.

«Io spero che sulla mia tomba si canti, si suoni, si rida, si beva, insomma si faccia festa», scrive l’ex consigliere comunale e storico esponente della destra cittadina Francesco Lattuada, che qualche tempo dopo aver dato vita a BG ha aderito a Fratelli d’Italia. «Quale miglior inno alla vita tra quel grigio cemento? E son convinto che molti in quei loculi la pensano come me», aggiunge.

«Non ci vedo proprio nulla di male. Anzi», concorda l’altro fondatore del movimento, Antonio Corrado, già consigliere comunale sull’opposta sponda di Rifondazione Comunista. Corrado – che, sebbene oggi viva in Liguria, non risparmia periodiche stoccate via social all’amministrazione bustocca – sostiene che «Busto ha una valenza architettonica che richiama interesse. Nei vari cimiteri monumentali in Italia e nel mondo si organizzano addirittura visite guidate. Per una volta di parla di Busto come un'eccellenza e non per il “palaghiaccio” fatiscente».

Anche l’attuale consigliere comunale della lista civica Antonelli, Matteo Sabba, a sua volta tra i fondatori di Busto Grande, si dissocia da chi si indigna: «Oltraggio è buttare la spazzatura nei pressi del cimitero, o tante altre cose degradanti». E a chi ha storto il naso per la concessione di girare al cimitero le immagini per un brano ritenuto non esattamente “vicino”, per così dire, al governo di centrodestra, Sabba replica che «un video musicale può portare solo lustro alla città, a prescindere dai contenuti del testo della canzone… Tra l'altro viviamo in libertà d’espressione e ognuno può pensare e per me propagandare quello che vuole.
Per questo non sono mai stato nel campo del progressismo dove vogliono imporre pensieri e parole. Chi è forte delle sue idee non si spaventa per quattro idee confuse cantate...».

Matteo Tosi, infine, primo consigliere comunale di Busto Grande, ricorda che nella storia del cinema non mancano scene apprezzate e diventate cult girate proprio al cimitero: «Qui pare che nessuno abbia mai visto “Amici miei” o “Bianco, Rosso e Verdone”, tanto per citare due film così, non esattamente ossequianti», fa notare.
«Il cimitero esiste, è una parte della nostra città, è parte della nostra vita – aggiunge – perché non può far parte di un “racconto” come un video musicale? Nessuno è entrato a cantare a squarciagola con le chitarre distorte, era tutto in playback, ovviamente. Una piccola troupe, gente che fa il proprio lavoro. Come le guide che ti portano a visitare il Monumentale, che ti raccontano di un fregio, e magari il gruppo mugugna, ma sotto ci sono i cari di qualcuno. Anche in questo caso la scelta è artistica (architettonica) e non è che vengono lì a scherzare coi morti, inquadrano un monumento. Della nostra città». Busto (Grande).

Riccardo Canetta

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