Ieri... oggi, è già domani | 17 dicembre 2023, 06:00

"ul Prùsepi" - il Presepio

Il fascino del Natale è racchiuso dal Presepe. E' affascinato dal Presepe. Racchiude l'atmosfera della Fede, ma pure la panoramica visiva della condivisione.

"ul Prùsepi" - il Presepio

Il fascino del Natale è racchiuso dal Presepe. E' affascinato dal Presepe. Racchiude l'atmosfera della Fede, ma pure la panoramica visiva della condivisione. Il Presepe è "anema e core", lo si vive e non lo si interpreta. Rappresenta la cosiddetta "coccia del mare" di sentimento, che ciascuno offre a un mistero che si è tradotto in realtà: la nascita di Cristo.

Meglio ricordare il valore di Cristo che (per mistero) fa parte della Trinità. Cristo è UOMO: è Colui che si messo sul groppone i peccati dell'Umanità ed è morto in croce. Dio non poteva farlo. Dio, Amore infinito, "non poteva ne patire e ne morire". Cristo si; ha patito ed è morto, per espiare i nostri peccati. Quindi, Cristo è nato da Uomo, vissuto da Uomo e morto da Uomo …. con una peculiarità; è Risorto e non certo da uomo. Nessun uomo è risorto, ma Cristo appartiene al mistero della Trinità; il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Non sono la persona più adatta per spiegare il mistero della Trinità, ma so che Dio-Padre è l'Amore per eccellenza, Cristo è il Figlio e lo Spirito Santo è l'emblema del Bene, senza alcuna alternativa. Chi crede nel Bene crede nell'Amore e nella Trinità; chi non crede nel Bene (e si vedono quali nefandi sviluppi, la Società propone e propugna), non crede nell'Amore.

Il Presepe è un atto d'amore rivolto alla vita terrena. La Poesia della Famiglia, con Giuseppe a condurre la sua Sposa al "censimento", il travaglio di una Donna che avrebbe partorito fra poco, l'incoerenza dell'uomo che rifiuta un ostello a proteggere una partoriente, la semplicità di una "mangiatoia", i pastori che sentono la "buona novella", i Magi che intraprendono un lungo viaggio per rendere omaggio al Re dei deboli, degli emarginati, degli esclusi che d'improvviso offrono uno scopo alla vita: la Speranza.

Papà, ci sapeva fare col Presepe. Ci lavorava sopra, almeno un mese prima del Natale. Predisponeva un impianto in legno-compensato e lo dislocava sopra il buffet di cucina. So che aveva acquistato, papà, due fogli enormi di cielo-stellato e aveva predisposto il "paesaggio lunare" a proteggere il "passaggio" dei pastori, con le loro pecorelle e gli animali da soma, carichi di vettovaglie e di doni. C'era la fontana con abbeveratoio e, col muschio raccolto qualche giorno prima, papà "costruiva" il verde dei prati ed il passaggio con in mezzo un "pozzo" a cui attingere acqua sorgiva sia per la sete sia per predisporre una zuppa a cielo aperto.

Poi, le luci. Un Natale senza luci, per lui, non aveva senso. Le luci meritavano un impianto elettrico adeguato e, anche lì, papà si dimostrava capace. E proprio la Notte Santa, segnava il "collaudo" di una natività casereccia, all'insegna della Tradizione e della Fede. Da bambino … ma pure più avanti, all'alba del giorno di Natale, ammiravo lo spettacolo. Con me, la mamma, poi, libero accesso ai visitatori che (d'abitudine) sapevano del Presepe dell'Angioletto, mio padre.  meraviglia era dipinga sui visi degli astanti. Papà, orgoglioso della sua opera; io orgoglioso di mio padre. Mai avrei immaginato che lui sapesse "far tanto" col Presepe. Poi si ascoltava insieme il fatidico "Tu scendi dalle stelle" e il "pubblico" faceva a turno a entrare in casa mia, per deliziarsi di cotanto impegno e di immensa devozione alla Festa che viene.

Il Presepe "aspettava" i Re Magi e sino a dopo l'Epifania, doveva brillare ed essere in funzione senza mai fermare l'atmosfera. Mamma dava una mano, a papà. Era attenta che tutto funzionasse nel migliore dei modi e la vedevo felice nell'osservare i "visitatori" a congratularsi con papà - intanto, zio Giannino, predisponeva la "rustisciàa", col camino acceso e il fuoco ad ardere, ad arrostire le "minuzie" (bargigli del gallo, interiora dei polli, pezzi di carne varia) che producevano (di mattino presto) un profumo "espressivo" buono anche per un pasto al desinare.

Il Presepe ….Festa di gioia e di Famiglia. Di cose semplici, di sorrisi, di comunità …. di una Preghiera insieme, di scambi augurali e di abbracci …. di arrivederci e di reciproco aiuto. Di Natale! che aveva, dentro la Festa, la commozione del cuore che ci faceva tutti felici, con la volontà di esserlo sempre. - un "abbonato" allo spettacolo: "ul Giusepèn" profondo conoscitore dell'arte che apparteneva a chi sapeva costruire un Presepe con amore!

 

Gianluigi Marcora

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