Delusione, amarezza e una profonda insoddisfazione. C'è tutto questo nel volto e nelle parole del direttore sportivo Sandro Turotti, presentatosi in sala stampa dopo la nona, pesantissima sconfitta stagionale della Pro Patria contro la Dolomiti Bellunesi. Un intervento che, pur senza annunci drastici, suona come una severa presa d'atto di un momento critico, mettendo in discussione l'operato di tutte le componenti, a partire da sé stesso. Non è però chiaro se la posizione di mister Leandro Greco sia in discussione, almeno nell'immediato. Anche se c'è aria di cambiamento, il dirigente ha affermato di volersi confrontare con la proprietà prima di qualsivoglia decisione
"Siamo ultimi, abbiamo fatto tanti errori"
Il DS non cerca alibi e va dritto al punto, definendo la prestazione odierna come l'emblema di un girone d'andata fallimentare. «Arrabbiato, stasera, è dir poco», esordisce Turotti. La sua analisi è una chiamata alla responsabilità collettiva, senza sconti. «Siamo ultimi in classifica, anche perché la Triestina dietro di noi ha fatto più punti di noi. Perciò abbiamo fatto tanti errori, da parte di tutte le componenti. Tengo fuori la proprietà da questo discorso; gli errori sono miei, di chi guida la squadra, di tutto lo staff e dei giocatori».
«È arrivato il punto in cui dobbiamo tirare una riga. Siamo alla diciassettesima partita e abbiamo 12 punti: quello che abbiamo fatto fino ad adesso non va bene. Adesso, oltre a lavorare e nonostante l'impegno non sia mai mancato, bisogna cambiare qualcosa. Nel lavoro e nei giocatori».
La critica alla squadra: "Per vincere bisogna vincere i duelli, ho visto rassegnazione"
Il direttore sportivo punta il dito soprattutto contro un atteggiamento che definisce inaccettabile, soprattutto a livello di intensità e carattere. «Abbiamo giocato contro una squadra che aveva giocato mercoledì e sembrava che mercoledì avessimo giocato noi», ha sottolineato. «Per giocare a calcio bisogna vincere i duelli, bisogna vincere i contrasti. Quello che mi è dispiaciuto è questo atteggiamento, questa quasi rassegnazione».
Secondo Turotti, il problema è diventato mentale, una paralisi che impedisce alla squadra di esprimersi. «Subentra la paura: quello che fanno in allenamento non riescono a metterlo durante la partita». Cade anche l'alibi della gioventù: «L'anno scorso avevamo una squadra giovane e davamo colpa a questo. Quest'anno, invece, la squadra non è così giovane. Ho visto degli errori da parte di giocatori che hanno trent'anni o sono vicini ai trent'anni». Turotti non fa nomi, ma, tra chi ha giocato stasera gli unici con almeno 27 primavere sono Mastroianni (classe '92), Giudici ('92), Udoh ('97, che ha giocato un tempo). Risibili i minuti giocati dai trentaduenni Ganz e Schiavone.
Il futuro del tecnico: "È in discussione, come tutti noi"
Inevitabile la domanda sul futuro di Leandro Greco. Turotti, pur premettendo di non aver ancora parlato con la proprietà, non conferma la fiducia al tecnico, allargando però il discorso a tutte le componenti. «Con l'allenatore abbiamo iniziato un percorso. Ora anche lui è in discussione, ma vale lo stesso per me e per i giocatori. Sicuramente dal punto di vista caratteriale ci manca qualcosa».




