Ancora fibrillazioni per il caso di viale Boccaccio a Busto Arsizio. L'ultima sperimentale annunciata dal sindaco Emanuele Antonelli – una piccola rotonda all’incrocio con via Lodi che consentirebbe ai residenti in via Cardinal Ferrari di percorrere meno strada per invertire il senso di marcia (leggi qui) – ha sollevato una nuova ondata di perplessità.
E mentre la petizione contro la chiusura del varco all’intersezione (regolata dal semaforo) tra il viale e via Cardinal Ferrari ha toccato quota 700 firme, gli abitanti della zona chiedono un incontro col primo cittadino e Alex Gorletta, consigliere comunale delegato alla Viabilità.
Il caso
Andando con ordine: lo scorso 22 ottobre, la giunta aveva approvato il progetto esecutivo per sperimentare modifiche viabilistiche lungo l’importante arteria cittadina per cercare di porre rimedio al problema delle code ai semafori (quelli cosiddetti “intelligenti”, introdotti al temine della precedente consiliatura).
Erano state deliberate la chiusura di tutti i varchi tra le carreggiate (con l’eliminazione delle svolte a sinistra) e la contestuale riprogrammazione dei tempi semaforici (leggi qui).
Ne era scaturita l’immediata protesta dei residenti in via Cardinal Ferrari, preoccupati di dover percorre molta strada in più per raggiungere la rotonda di Santa Croce e, da lì, girare verso il centro del quartiere o Legnano (leggi qui).
Qualche giorno dopo il presidio dei borsanesi in municipio (leggi qui), il sindaco Antonelli ha annunciato una modifica (un'aggiunta) al progetto originario: oltre alla chiusura dei varchi, verrà realizzata, sempre in via sperimentale, una piccola rotonda all’incrocio con via Lodi per consentire ai residenti di fare meno strada per invertire il senso di marcia.
Le perplessità rimangono
Le ultime novità, però, non hanno rasserenato gli abitanti della zona e, anzi, hanno scatenato una nuova ondata di perplessità.
«Proprio all’altezza del varco all’incrocio con via Lodi c’è la fermata degli autobus che fanno il servizio scuole – osserva Rita Bandera, una dei portavoce dei residenti in via Cardinal Ferrari –. Temiamo ci possano essere dei disagi in quel punto, a meno che non venga spostata la fermata. Inoltre, i mezzi pesanti, costretti a fare una svolta a destra a gomito per uscire dalla nostra strada, non riuscirebbero a svoltare in quella rotonda e dovrebbero comunque raggiungere la rotatoria successiva, a Santa Croce».
Senza contare che «in via Lodi ci sono tutte le scuole del quartiere: materna, elementari e media». Ci sono quindi delle perplessità: «Se l’intento è quello di snellire il traffico, non capiamo quale sarà l’effettivo giovamento», è il pensiero di alcuni residenti, che peraltro, anche con la nuova soluzione, dovranno comunque affrontare due volte il semaforo.
«Ci sembra ci sia un “accanimento” sul nostro incrocio – afferma Rita Bandera –. Il problema del traffico si manifesta un’ora al mattino, il resto della giornata e nei fine settimana non c’è, così come nei mesi in cui le scuole sono chiuse. E la situazione è la stessa che si presenta nelle ore di punta in altre zone di Busto, come viale Cadorna o viale Alfieri».
Insomma, «vorremmo sapere su quali dati si basano queste decisioni» dice la portavoce, che insieme ad altri residenti a breve chiederà ufficialmente un incontro col sindaco Antonelli e il consigliere Gorletta.
La petizione va avanti
Nel frattempo, la petizione contro la chiusura dell’incrocio di via Cardinal Ferrari ha raggiunto le 700 firme. «E non ho ancora ritirato tutti i moduli – fa sapere Bandera –. Ai residenti e dipendenti di aziende e realtà di via Cardinal Ferrari, si sono aggiunti quelli di via Cardinal Simone, dall’altra parte del varco».
La petizione era stata al centro di un caso politico – che sembra rientrato (leggi qui) – per via dell’adesione del consigliere di Fratelli d’Italia Orazio Tallarida (leggi qui). E nei giorni scorsi anche un altro borsanese, l’ex assessore al Bilancio Maurizio Artusa, l’ha sottoscritta.
Non sono poi mancate critiche da parte dell’ex assessore alla Viabilità Salvatore Loschiavo, perplesso anche per la «toppa temporanea» della rotondina di via Lodi (leggi qui).
Ma ai residenti, che chiedono che la situazione rimanga quella attuale, le diatribe politiche interessano poco. Si aspettano piuttosto di essere ascoltati e di avere delle risposte.