Sport - 22 settembre 2025, 13:15

Pro Patria, problemi reali: a Vicenza ancora un passo indietro. Ora serve una svolta

La sconfitta del “Menti” è il simbolo di un’involuzione che dura da tre giornate. Zero tiri, zero angoli, atteggiamento rinunciatario e classifica già pesante. Giovedì con l’AlbinoLeffe servono punti e risposte

L'undici iniziale della Pro Patria contro il Novara (foto Galbiati)

Nessun tiro in porta. Nessun calcio d’angolo. Basterebbero questi due dati a certificare la prova incolore - e preoccupante - della Pro Patria al “Menti” di Vicenza (LEGGI QUI). Una sconfitta arrivata senza “colpo ferire”, con un atteggiamento rinunciatario fin dalle scelte iniziali. Perché è vero che si giocava contro la corazzata e legittima favorita del girone, ma se affianchi Citterio a Mastroianni con il primo impiegato come “seconda punta di contenimento”, isolando di fatto il centravanti, la dichiarazione d’intenti è già scritta: contenere, non rischiare. Non provare a vincere.

Per noi, quello visto contro il Lanerossi non è stato un incidente di percorso, ma il sintomo di una regressione tecnica e mentale già in atto da alcune giornate. La squadra, dopo cinque turni di campionato, non ha ancora mai vinto. Due soli punti in classifica, dieci gol incassati (una media di due a partita) e una proposta di gioco che, al netto di errori arbitrali pesanti - come il rigore chiaro non concesso con la Giana o il doppio rosso con il Novara - sta lentamente scomparendo.

PASSI INDIETRO

E pensare che la Pro Patria delle prime due giornate - soprattutto quella vivace e propositiva ammirata contro l’Inter U23 a Monza - aveva lasciato intendere che nella rosa ci fossero spunti interessanti, oltre a un’idea di gioco “moderna”. Ma da Gorgonzola in poi è iniziato un lento ma costante arretramento: tecnico, tattico e anche emotivo. Il “copione” visto ieri a Vicenza lo conferma: squadra bassa, nessuna pressione offensiva, poche verticalizzazioni, zero personalità in fase di possesso.

Un atteggiamento conservativo già visto anche nei primi 60 minuti contro il Novara, in parità numerica, e che - di fatto - non ha portato risultati concreti. Anzi. Senza dimenticare il disincanto dei tifosi (appassionati e partecipi nella serata di festa per la nuova maglia), che iniziano a chiedersi quale sia il reale valore di una squadra che, al momento, non ha ancora trovato un equilibrio tra l’anima aggressiva delle prime uscite e quella attendista e impalpabile delle ultime.

COPERTA CORTA?

Il rischio è di cadere nel classico dilemma della “coperta corta”: attacco o difesa, costruzione o contenimento. Ma in Serie C, per reggere 38 giornate e tenersi lontani dalla “zona rossa”, serve una proposta di gioco coerente ed equilibrata. Che contempli coraggio e attenzione. Per ora manca l’una e l’altra cosa.

Giovedì arriva l’AlbinoLeffe per il primo infrasettimanale stagionale. Una partita che, senza giri di parole, va vinta a tutti i costi. Perché dopo ci saranno tre sfide ad altissima difficoltà: trasferta a Cittadella, poi Trento e Brescia allo “Speroni”. Il rischio - tutt’altro che remoto - è di arrivare a metà girone d’andata con pochissimi punti e una classifica già pesante. Ad oggi, senza considerare l’anomalia dei 20 punti di penalizzazione della Triestina, la Pro sarebbe ultima.

DATECI UNA RISPOSTA

Al mister Leandro Greco va riconosciuta, senza dubbio, l’abnegazione con cui sta affrontando la stagione sin dal primo giorno in cui è arrivato sulla panchina biancoblù, ma le difficoltà tecniche sono sotto gli occhi di tutti. Tanti infortuni muscolari, comunicazioni sanitarie tenute sotto stretto riserbo (come nel caso del giovane portiere Matteo Zamarian, colpito da una pallonata alla testa nella rifinitura di sabato mattina e soccorso dal 118) e una lista convocati che continua a restare un mistero. Dettagli? Forse. Ma in un contesto già fragile, anche questi alimentano incertezza e distacco.

Alessio Murace


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