Sport - 07 settembre 2025, 13:30

L’INTERVISTA - “Gioco sporco”, verità in salita: Nicola Calathopoulos al Festival SportivaMente racconta le ombre dello sport e la luce di chi non si arrende

“Gioco sporco - I misteri dello sport” è un libro nato dall’urgenza di raccontare storie travolgenti. Sei vicende emblematiche tra sport, mistero e dolore, da Senna a Pantani, da Bergamini a Maradona. Al centro, anche il coraggio di due donne - Mamma Tonina e Donata Bergamini - che hanno trasformato la perdita in lotta per la giustizia

L’INTERVISTA - “Gioco sporco”, verità in salita: Nicola Calathopoulos al Festival SportivaMente racconta le ombre dello sport e la luce di chi non si arrende

Un libro che nasce da un’urgenza: quella di raccontare storie che, nella loro spettacolarità e nel dolore che le attraversa, non possono essere ridotte a poche sequenze televisive. È così che Nicola Calathopoulos, giornalista e autore, presenta Gioco sporco – I misteri dello sport, il volume che porterà venerdì 12 settembre alle 21 in piazza San Giovanni a Busto Arsizio all’interno del Festival SportivaMente.

«Della serie tv andata in onda su Italia 1 abbiamo usato circa il 10% del materiale raccolto. Troppo poco. Quelle storie meritavano spazio, tempo, rispetto. Così, con l’editore (Gallucci, ndr) è nata l’idea del libro, che oggi contiene molto di più: dolore, mistero, verità non dette e vite che avrebbero meritato un altro epilogo».

Gioco sporco è un viaggio dentro sei storie iconiche dello sport e della vita: Senna, Pantani, Pistorius, Raciti, Bergamini, Maradona. Figure straordinarie, volate troppo in alto e precipitate, spesso vittime non solo del destino, ma anche di una macchina più grande di loro: media, interessi economici, silenzi, “giochi sporchi”.

Ma sono due figure femminili, in particolare, a restare impresse tra le pagine e nella voce dell’autore: Tonina Pantani, madre di Marco, e Donata Bergamini, sorella del calciatore Denis.

«Dentro le loro vite, nella forza e nella resilienza, ho visto una volontà feroce di affermare la verità.

Mamma Tonina, ovviamente, sapeva che Marco faceva uso di droga. Ma non lo ha mai accettato come marchio definitivo, né ha mai smesso di combattere affinché suo figlio non venisse ricordato solo come “un drogato”. Anche perché, dal punto di vista sportivo e del doping, non si capiva davvero che bisogno ne avesse: era il più forte, il ciclista più amato al mondo in quel momento. Stava vincendo su una gamba sola il Giro d’Italia del 1999 prima di essere fermato in quella maledetta Madonna di Campiglio. E chissà, magari avrebbe vinto ancora, forse anche il Tour de France.

Sulla sua morte, avvenuta al Residence Le Rose a Rimini, nel 2004, restano molti interrogativi. Ci sono testimonianze e racconti che lasciano spazio all’ipotesi che sia stato vittima di una rapina finita male, forse da parte di qualcuno del giro della droga. È emerso che Marco partì da Milano con 22mila euro in contanti, presumibilmente per acquistare sostanze: ma cosa è successo davvero, là dentro? È stato tradito due volte: dallo sport e da un sistema più oscuro?».

E poi c’è la storia di Donata Bergamini, la sorella di Denis. Solo un anno fa - dopo 35 anni di battaglie - è riuscita ad avere giustizia. Il processo Bergamini riguarda la morte del calciatore del Cosenza, avvenuta nel 1989 sulla Statale 106 Jonica. Nell’ottobre del 2024, la sua ex fidanzata, Isabella Internò, è stata condannata in primo grado a 16 anni di reclusione per omicidio.

«La sorella di Denis Bergamini - prosegue Calathopoulos - è la testimone di una battaglia lunga 35 anni. È grazie a lei se oggi abbiamo una verità processuale: la condanna in primo grado della ex fidanzata di Denis per omicidio. Mi ha raccontato come il padre sia morto logorato da questo peso, da una vicenda lunga e devastante, senza mai vedere la verità riconosciuta. Così si è fatta carico lei, in prima persona, di questa responsabilità. Per il fratello, ma anche per la dignità della propria famiglia».

Il Festival SportivaMente, organizzato dall’Associazione Culturale Territori in collaborazione con MoreNews e Cuadri ETS e con il patrocinio di Comune di Busto Arsizio, Coni Lombardia, Sport e Salute e Panathlon La Malpensa, sarà, allora, ancora una volta un’occasione per incontrare autori, storie, emozioni vere. Con un programma che intreccia narrativa, sport e impegno civile.

«SportivaMente – aggiunge Calathopoulos – è un festival necessario. Perché il vero sport non è solo vittorie e medaglie. È sacrificio, verità, memoria. E a volte, curve strettissime dopo la salita. Raccontarle è un modo per non dimenticare. E per dare voce a chi, nonostante tutto, non ha mai smesso di lottare».

Il programma completo del festival è disponibile sul sito ufficiale. Tutti gli eventi sono a ingresso libero.

Alessio Murace

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