Sport - 17 maggio 2025, 09:30

Pro Patria, novanta minuti sul crinale: in gioco la salvezza

Dopo la vittoria allo Speroni, i tigrotti affrontano il ritorno con maggiore fiducia ma senza margini d’errore. Serve una prestazione solida e lucida per difendere il vantaggio e completare la missione salvezza. Il pubblico risponde presente: quattro pullman e decine di auto al seguito, segno di una passione ancora viva

Pro Patria, novanta minuti sul crinale: in gioco la salvezza

Pro Vercelli-Pro Patria, atto finale del playout salvezza. Sono novanta minuti da camminare lungo un crinale: in cima c'è la vetta, ai lati lo strapiombo. Con la vittoria di sette giorni fa allo Speroni, i tigrotti lo possono affrontare con un passo più sicuro e con qualche bombola di ossigeno maggiore nello zaino. Ciò non toglie che Ferri e compagnia debbano rimanere concentrati, attenti, fino al triplice fischio. Dovranno essere bravi a non farsi spintonare, superare dai piemontesi; dovranno essere furbi a non cadere nelle loro trappole o in qualche seracco che hanno ben nascosto.

Sarà una salita faticosa, pericolosa, ma nel contempo stimolante per la propria crescita personale. Un percorso di squadra, da fare in cordata, dove il primo detta il ritmo e gli altri lo seguono col suo passo, una cordata dove ciascuno aiuta l'altro e lo sostiene a maggior ragione se lo vede in difficoltà. Una cordata in cui ogni biancoblù mette in guardia il compagno del pericolo e gli indica dove mettere il piede per non cadere.
Sono attesi a novanta minuti da veri uomini replicando quanto fatto sette giorni prima. Lì c'era uno stadio con duemila persone che spingeva e quell’incitamento è stata benzina per Alcibiade e soci.

Al “Silvio Piola” oggi il tifo tigrotto sarà in minoranza, ma ugualmente numeroso. I quattro pullman che viaggiano verso Vercelli accompagnati dal carosello di macchine private sono lì a testimoniare di una ritrovata e sorprendente fede biancoblù.

Ha sorpreso la partecipazione di sette giorni fa. Si pensava ad un afflusso di gente, ma non di quelle dimensioni. Sotto la cenere, la passione per i colori biancoblù è ancora viva. È bastata la scintilla di uno spareggio-salvezza – e non una finale che valesse la promozione – per attizzare nuovamente il fuoco allo “Speroni”. La gente ha capito la difficoltà dei suoi ragazzi ed è uscita di casa.

È solo un fuoco fatuo, dettato da un momento particolare o è destinato a durare? La risposta del tifo che si muove verso le risaie vercellesi farebbe propendere per la seconda ipotesi. Presto, però, per lanciarsi in considerazioni che potrebbero rivelarsi solo voli pindarici o visioni da sognatori.
Nel contempo viene anche da pensare che, a fronte di futuri programmi ambiziosi, si potrebbe non disperdere questo rinnovato entusiasmo.
E allora non resta che ai tigrotti di camminare convinti per un'ora e mezza lungo il crinale, così da arrivare in cima prima delle bianche casacche e piantare la bandiera biancoblù. È il primo gesto per poter andare un domani alla conquista di vette più alte.

Giovanni Toia


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