Busto Arsizio - 31 agosto 2022, 06:30

«Ciao don Claudio, sei stato l'angelo custode di questa comunità»

Ieri sera la liturgia durante la quale è stato ricordato lo storico parroco. Il ricordo di don Giuseppe e dei parrocchiani a Busto Arsizio

Don Claudio accanto a don Giuseppe lo scorso gennaio al funerale di Luigi Celora

Don Claudio accanto a don Giuseppe lo scorso gennaio al funerale di Luigi Celora

«Prima di me c’è stato un grande amore: l’amore di don Claudio per la sua comunità che, nonostante la malattia ha saputo guidare con spirito, cuore e bontà e con quello sguardo sempre bonario, gentile, dolce e bello». Così il parroco di San Giuseppe ha voluto ricordare il suo predecessore durante la liturgia, ieri sera.

Dinanzi a una chiesa affollata di persone che non si sono lasciati sfuggire l’ultimo saluto a don Claudio Oriani, don Giuseppe Tedesco ha espresso parole di commozione, ricordando soprattutto lo sguardo di don Claudio. «Vorrei – ha detto nell’omelia – che il suo insegnamento di amore e il suo sguardo bonario, di benevolenza resti tra noi. Lui è stato l’angelo custode di questa comunità, tanto che l’avevo già invitato per il 2 ottobre, la festa degli angeli custodi e lui aveva accettato con tanto desiderio».

Ma ciò che ha colpito l’intera comunità è stato soprattutto il fatto che don Claudio, nonostante la sua malattia, era sempre disponibile con tutti. «Mi fa venire in mente papa Giovanni Paolo II – ha affermato don Giuseppe – che, nonostante fosse limitato dalle tante prove, era sempre lì. L’esserci di don Claudio è una testimonianza di amore infinito e la malattia è una prova del suo incondizionato amore per la sua comunità».

Anche i parrocchiani lo ricordano con tanta nostalgia. «Una persona bella – afferma Anna Maria Regosini – gentile, squisita, disponibile, piena d’iniziative. Nonostante la malattia, ha sempre cercato di darsi da fare. Se i ragazzi dell’oratorio giocano a calcio, è solo grazie a lui». Anche una parrocchiana che preferisce mantenere l’anonimato ricorda come don Claudio fosse una persona eccezionale che durante la malattia ha sempre cercato di svolgere la sua missione. «Grande disponibilità e bontà», evidenzia Maria Rosa Colombo.

Mentre Marcello Cerami vuole sottolineare l’aspetto dell’accoglienza di don Claudio. «Venivo dalla Germania e lui mi ha accolto benissimo». Ricordi? «Tantissimi – sottolinea Adelangela Bonza – Quando è venuto a mancare mio marito, mi è stato vicinissimo. Sempre parole di sollievo e incoraggiamento a proseguire, nonostante tutto. Una persona molto disponibile, tranquilla, sempre positiva. Non diceva mai di no».

«Mi ha colpito – rimarca Gigi Salerno – la sua umiltà, discrezione, benevolenza soprattutto con i bisognosi e coloro che si trovavano in difficoltà. Ha saputo cogliere nelle persone il lato positivo». «Io l’avevo conosciuto in seminario – ricorda Michele Vignati – e lo ricordo come una persona gentile, squisita e cordiale».

Laura Vignati

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