Busto Arsizio - 14 novembre 2021, 09:00

Il grido di dolore da Haiti e suor Marcella scuote Busto: «C’è solo il silenzio che urta di più»

La parrocchia di Sant’Edoardo diffonde il messaggio della religiosa chiusa nella missione con la sua gente. Rapimenti continui da parte di chi sta copiando i talebani, adolescenti portate via e riportate incinte alle loro famiglie, i bambini che ogni giorno affrontano pericoli per andare a scuola e le pallottole sempre più vicine. L’orrore e l’unica speranza: «Non so che cosa sarà, davvero. Continuate a pregare per noi»

Il grido di dolore da Haiti e suor Marcella scuote Busto: «C’è solo il silenzio che urta di più»

È un grido di dolore così forte, quello di suor Marcella Catozza da Haiti, che si è deciso di non leggerlo in chiesa: per i bambini. Ma di stamparlo e di diffonderlo alle famiglie di Sant’Edoardo, a Busto Arsizio, sì. Perché – come si scrive nel bollettino della parrocchia guidata da don Antonio Corvi: «Il silenzio - una volta ascoltato questo “grido” - urta ancora di più. Lasciamoci scuotere. Cerchiamo con la preghiera e con l’aiuto concreto di essere vicini a chi non ha voce, ma a cui noi possiamo dare voce. A noi la lettura, la preghiera, la memoria e l’impegno».

Suor Marcella è bustocca e cittadina del mondo: ormai da parecchi anni si prende cura della sua gente ad Haiti. Tra i casi rarissimi di ricostruzione delle povere case dopo il terremoto del 2010, grazie anche al territorio che ha raccolto la sua richiesta d’aiuto.Ma non c’è pace per Haiti. Già prima, spesso, ci si è trovati in balìa delle gang e della polizia corrotta. Adesso, suor Marcella non ha che una parola per definire la situazione: «Terrificante».

I sequestri – anche decine al giorno – finora hanno risparmiato la religiosa e i bambini, la comunità di cui si prende cura. Ma il dramma si diffonde:  «Nel weekend scorso hanno preso 150 persone, gente di strada, gente povera, e chi non pagava, le famiglie che non pagavano lunedì li hanno uccisi con un proiettile in testa: questo è quello che vale la vita ad Haiti. Molti di questi vengono uccisi qui a lato della nostra casa, perché qui c’è la sede di questo fantomatico “Esercito di Liberazione” che altro non sono che i nostri banditi di sempre riuniti in nuove bande che finora erano nemiche».

C’è una macabra ispirazione che contribuisce a unirli:  «Adesso c’è questo “Esercito di liberazione” che vuole fare un califfato Haitiano ad imitazione del califfato dell’Afghanistan, ma non sanno che cosa vuol dire. Vedono su internet, si fanno crescere la barba: cioè copiano quello che fanno i talebani in Afghanistan». Suor Marcella spiega che non esce dalla missione da più di un mese, deve anche rinunciare alla messa: «Qui è sempre peggio: siamo chiusi dentro… Ho mandato uno dei miei ragazzini in moto in Nunziatura attraverso stradine periferiche e mi hanno inviato una pisside piena di ostie consacrate, in modo che ogni giorno possa comunque ricevere l’Eucaristia. È il punto forte della giornata che ti dà il senso della ragione per cui restare qui».

Le pallottole sono sempre più vicine: una ha raggiunto anche il luogo dove solitamente lei lavora, per fortuna - per benedizione, meglio - non era in quel punto nel momento del fatto. Non può andarsene, suor Marcella. C’è qualcosa di più forte: «Resto qui fondamentalmente per dire a questa povera gente che il Signore nonostante tutto e nonostante le apparenze gli vuole bene. Perché non posso far nulla, non posso fare assolutamente niente e i rischi che corrono anche i nostri bambini sono altissimi. Una cosa veramente incredibile: non siamo mai arrivati a questo livello! Soprattutto non si vedono vie di uscita perché non si muove nessuno. Il governo non esiste soprattutto dopo l’uccisione del presidente della Repubblica. A livello internazionale non si muove nessuno. L’unica cosa è l’Onu che ha detto che darà non so quanti milioni di dollari per la lotta alle bande, ma questi milioni di dollari non servono a niente: i soldi per la lotta alle bande non servono, anzi, i soldi probabilmente finiranno per andare ad alimentare questi gruppi armati».

Eppure l’orrore è ancora più devastante: «Adesso stanno prendendo le ragazzine casa per casa, perché essendo migliaia di uomini hanno bisogno di “carne fresca”. Quindi stanno riportando le ragazzine, portate via mesi fa, tutte incinte evidentemente e adesso ne prendono di nuove quindi io temo anche per le nostre ragazzine più grandi. Stiamo parlando di ragazzine di 14, 15 e 16 anni».

Da suor Marcella, gas e diesel sono esauriti. Internet e la corrente elettrica, pure. Non si può uscire di casa, non si vede uno spiraglio. La richiesta è così accorata: «Quindi non lo so; non so che cosa sarà, davvero. Continuate davvero a pregare per noi: questa è la grande risorsa. Non resta che la preghiera».

Marilena Lualdi

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