Sport - 06 novembre 2021, 18:25

L'OPINIONE. Chiediamo scusa per la parola sbagliata sulla Pro. Perché sì, ciascuno deve dare di più

Non è stata una beffa: è la legge del calcio. Un tifoso oggi ci ha scritto: «È due mesi che l'incazzatura è sempre più forte. La verità è che davanti siamo da serie D». Noi crediamo di no sul campo. Ma in serie D squadre - deluse - come il Novara sono seguite da due, tremila persone: da noi ancora oggi 464 sugli spalti

Gli ultras allo stadio

Gli ultras allo stadio

Uscendo dallo Speroni oggi, ci veniva da pensare così. 

A Gorgonzola ce la siamo un po' cercata: non si può lasciare l'avversario, per quanto inefficace sia, aggirarsi costantemente nella nostra area. Prima o poi la paghi, è la legge del calcio.

Allo Speroni invece ce la siamo un po' "trovata". Tutto quel secondo tempo di grande costruzione, palle gol che sembravano predestinate a gonfiare la rete e invece tutte venivano "placate" dal mirabolante portiere dell'Us Fiorenzuola, poi guarda nell'unico e ultimo distante in cui ci siamo persi di vista l'avversario e voilà, la coltellata è servita.

Qualche passo, un po' di freddo serale e le riflessioni del mister e di Bertoni ci fanno rimescolare le carte dei pensieri e ci conducono prima di tutto a chiedere scusa per la parola utilizzata nella cronaca: beffa.

No, non è stata una beffa. È stata la già menzionata legge del calcio. Siamo stati noi. Perché all'avversario non puoi servire su un piatto quell'occasione da gol, o meglio puoi ma poi resti a digiuno. Detto in altro modo, ne paghi le conseguenze.

Non è stata una beffa, perché proprio come Bertoni non crediamo al caso. Lo stesso mister ripudia quella parola, anche perché beffa ti fa dire: be', ho fatto il possibile e anche questo non è vero. Facciamo ricorso sempre alle considerazioni del filosofo Bertoni: ognuno deve dare qualcosa di più, quello che si è fatto non è sufficiente. Ma anche l'arrabbiatura non è sufficiente se rimane così, a "riposare", cosa che Prina ha affermato di non volere certo. 

Restiamo su questo concetto, allora. Un tifoso oggi ci ha scritto: «È due mesi che l'incazzatura è sempre più forte. La verità è che davanti siamo da serie D». 

Gi rispondiamo che secondo noi no, non siamo da serie D, neanche davanti. Siamo una squadra al lavoro, che ha avuto un avvio deludente e sei incontri che hanno portato punti in classifica e da cui stavamo traendo ossigeno: mica possiamo già dimenticarcelo dopo questo insuccesso. Abbiamo un attacco minato dagli infortuni, ma alcune azioni di questo sabato ci raccontano anche che abbiamo risorse in grado di fare la loro parte e crescere.

In ogni caso, si può capire che tra i 464 spettatori ci sia molta incazzatura, parola d'ordine oggi, un po' meno tra chi preferisce sempre fare il leone da tastiera. Eppure non siamo da serie D per il pubblico: siamo molto peggio. Lo testimonia un dato, quello degli spettatori di Novara-Varese un mese fa: oltre 2mila spettatori dichiarati. Contro il Bra anche di più.

E parliamo del Novara, che in fatto di delusioni non dovrebbe essere secondo a nessuno quest'anno, visto che ha dovuto salutare il calcio professionistico. Noi ci troviamo in ben altra situazione rispetto agli storici avversari, eppure i numeri sono questi. Sì, ciascuno dovrebbe dare qualcosa di più.

Marilena Lualdi


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