Non sono bastati cinque giorni a digerire il boccone amaro di domenica scorsa (LEGGI QUI). Ed è una buona notizia, perché i tigrotti di mister Prina hanno lavorato per convertire la delusione in energia, e questo contro una Fiorenzuola che viene da non minore delusione, visto che ha pareggiato in casa con il Mantova.
Il rammarico e l'energia
Un’energia che però si attende di scorrere ancora in uno stadio troppo vuoto. L’allenatore tigrotto è stato tranchant nella conferenza stampa prepartita: orari ballerini, impossibilità di prendere il biglietto il giorno stesso magari per un signore anziano che vede il sole e decide di seguire la sua squadra, troppi nodi che tengono a distanza i tifosi: «Mentre il calcio è per la gente». Un Luca Prina a 360 gradi, quello che analizza con i giornalisti il prossimo match e non solo.
«Ancora oggi c’è il rammarico per il pareggio contro la Giana – premette – Cerchiamo di trasformarlo in positivo, in un momento che ci permetta di crescere». Perché queste sono le delusioni – pur ribadendo i sei risultati utili consecutivi -, evidenti ma anche stimolanti, inducono cioè a dare il meglio. Anche in una partita che vedrà un’avversaria molto diversa dalla Giana. Non è una questione “solo” di tattica e moduli, il 3-5-2 contro il 4-3-3 della Fiorenzuola, quest’ultima piuttosto è una società – rileva – «in cui sono cambiati gli allenatori ma le sue linee guida sono quelle».
Continuano le combinazioni delle coppie d’attacco, «bisogna prendere atto però che la situazione attaccanti è molto particolare – dice Prina – su quattro mesi abbiamo avuto la disponibilità del 50% del tempo». Anche per questo esistono margini di crescite: quando le risorse saranno a disposizione davvero, si potrà fare di più la differenza.
Ecco perché allo stadio Speroni domani (ore 14.30) sono chiamati a gran voce i quinti («un compito ingrato»), come tutta la squadra. Se Prina si dichiara un allenatore arrabbiato per il pareggio di domenica scorsa, si accende veramente quando si va a toccare la situazione attuale nella serie C. Con troppo cose definite illogiche.
Un calcio e la sua gente
Il suo è un grido che trabocca dal cuore per una Pro Patria che punta con decisione sui giovani e con contratti importanti: «Ci dovrebbe essere l’obbligo di farli studiare con rimborso economico educativo». Su una società seria e una presidente coraggiosa come Patrizia Testa che in queste condizioni, chissà quanto potrà andare avanti, dice.
Come nella Pro Patria contano le competenze, dalla presidente al direttore sportivo e poi ciascuno nel suo compito, «dove non c’è sperpero di niente, neanche delle parole», così dovrebbe accadere in generale in questa categoria. È un modo per dare un futuro reale al calcio e anche agli spettatori. Che poi non sono disgiunti, anzi, il calcio è appunto della gente.
«Chi ci governa non mette in condizione di vendere questo prodotto – prosegue Prina – Non si possono vendere i gelati al Polo Nord. Non si può andare avanti così… Ci devono essere anche i giovani allo stadio. Quando vengo con l’adrenalina a giocare in casa, vorrei il doppio del pubblico».