Sport - 05 novembre 2021, 15:25

«Il boccone amaro deve diventare energia. Ma ci vuole la gente allo stadio»

Mister Prina parte dal pareggio tigrotto contro la Giana per caricare contro la Fiorenzuola. Tranchant nell'analizzare le condizioni che penalizzano un vero ritorno del pubblico: «Mentre il calcio è per la gente»

«Il boccone amaro deve diventare energia. Ma ci vuole la gente allo stadio»

Non sono bastati cinque giorni a digerire il boccone amaro di domenica scorsa (LEGGI QUI). Ed è una buona notizia, perché i tigrotti di mister Prina hanno lavorato per convertire la delusione in energia, e questo contro una Fiorenzuola che viene da non minore delusione, visto che ha pareggiato in casa con il Mantova.

Il rammarico e l'energia

Un’energia che però si attende di scorrere ancora in uno stadio troppo vuoto. L’allenatore tigrotto è stato tranchant nella conferenza stampa prepartita: orari ballerini, impossibilità di prendere il biglietto il giorno stesso magari per un signore anziano che vede il sole e decide di seguire la sua squadra, troppi nodi che tengono a distanza i tifosi: «Mentre il calcio è per la gente». Un Luca Prina a 360 gradi, quello che analizza con i giornalisti il prossimo match e non solo.

«Ancora oggi c’è il rammarico per il pareggio contro la Giana – premette – Cerchiamo di trasformarlo in positivo, in un momento che ci permetta di crescere». Perché queste sono le delusioni – pur ribadendo i sei risultati utili consecutivi -, evidenti ma anche stimolanti, inducono cioè a dare il meglio. Anche in una partita che vedrà un’avversaria molto diversa dalla Giana. Non è una questione “solo” di tattica e moduli,  il 3-5-2 contro il 4-3-3 della Fiorenzuola, quest’ultima piuttosto è una società – rileva – «in cui sono cambiati gli allenatori ma le sue linee guida sono quelle».

Continuano le combinazioni delle coppie d’attacco, «bisogna prendere atto però che la situazione attaccanti è molto particolare – dice Prina – su quattro mesi abbiamo avuto la disponibilità del 50% del tempo».  Anche per questo esistono margini di crescite: quando le risorse saranno a disposizione davvero, si potrà fare di più la differenza.

Ecco perché allo stadio Speroni domani (ore 14.30) sono chiamati a gran voce i quinti («un compito ingrato»), come tutta la squadra. Se Prina si dichiara un allenatore arrabbiato per il pareggio di domenica scorsa, si accende veramente quando si va a toccare la situazione attuale nella serie C. Con troppo cose definite illogiche.

Un calcio e la sua gente

Il suo è un grido che trabocca dal cuore per una Pro Patria che punta con decisione sui giovani e con contratti importanti: «Ci dovrebbe essere l’obbligo di farli studiare con rimborso economico educativo». Su una società seria e una presidente coraggiosa come Patrizia Testa che in queste condizioni, chissà quanto potrà andare avanti, dice. 

Come nella Pro Patria contano le competenze, dalla presidente al direttore sportivo e poi ciascuno nel suo compito, «dove non c’è sperpero di niente, neanche delle parole», così dovrebbe accadere in generale in questa categoria. È un modo per dare un futuro reale al calcio e anche agli spettatori. Che poi non sono disgiunti, anzi, il calcio è appunto della gente.

«Chi ci governa non mette in condizione di vendere questo prodotto – prosegue Prina – Non si possono vendere i gelati al Polo Nord. Non si può andare avanti così… Ci devono essere anche i giovani allo stadio. Quando vengo con l’adrenalina a giocare in casa, vorrei il doppio del pubblico».    

Ma. Lu.


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