Sport - 17 settembre 2021, 07:00

Bertoni: «Dedico il gol contro la Juve ai miei ma anche a me. Parker me l'aveva predetto»

A Stadio Aperto si racconta il tigrotto tornato in campo dopo l'infortunio della scorsa stagione e capace di spezzare la negatività delle prime due giornate: «Li volevamo fortemente tutti, quei tre punti. Ora pensiamo a partita dopo partita. Con la rete mi sono tolto un peso, che slancio di fiducia»

Luca Bertoni

«Il gol domenica l’ho dedicato alla mia ragazza, alla mia  famiglia, che mi sono stati vicini durante l’infortunio... E l’ho dedicato a me stesso». Luca Bertoni, ventinove anni e il volto serio che conosciamo bene, capace però di sciogliersi in un sorriso. «Sono un ragazzo normale, della mia età» assicura a Stadio Aperto il centrocampista della Pro Patria, una colonna, un riferimento nella squadra. Perché alla squadra lui pensa, sempre.

Tant’è che quando indaghiamo sulla gioia procurata da quel gol contro la Juventus U23 domenica scorsa, lui subito offre questa lettura. Naturale, certo, perché ha spezzato la negatività delle prime due partite: «Una liberazione, dopo le due sconfitte. C’era la volontà di andare a prendere la vittoria. Si è percepito dal campo ma penso anche da fuori». Poi confida: «Parker me l’aveva predetto, per cui sono andato a festeggiare con lui Ci voleva per me e soprattutto per la squadra». Per me, lo dice quasi a un volume inferiore, ma torniamo a quella dedica che si è giustamente fatto: «Mi sono tolto un peso, sono ripartito e mi dà uno slancio di fiducia per il prosieguo del campionato».

La fiducia, quella che lui trasmette sempre. Ai compagni, ai tifosi. Anche quando è stato un leader silenzioso - viene ricordato nei quesiti di questi ultimi - ma Javorcic aveva visto bene in lui.

Già, il 17 ottobre sarà una gara strana, ammette, contro il Südtirol dell’ex mister tigrotto, oltretutto squadra in cui Luca ha militato.

Ma la partita che conta è la prossima, contro il Piacenza. E la prossima ancora, e importa il lavoro di mister Prina. «Stiamo lavorando bene, nel modo giusto - osserva - Non vediamo l’ora di scendere in campo. Ma pensiamo partita per partita». Riappare come un lampo quella che gli procurò l’infortunio, l’operazione, il dolore di doversi fermare. Fu anche la partita in cui Colombo rinunciò al famoso rigore nonostante ciò che si stava subendo sul terreno di gioco dalla Giana: «Io ero ancora in campo in quel momento, ma si era infortunato Parker - ricorda Bertoni - Quello di Riccardo fu un gesto forte, non scontato. Non da tutti».

Non da tutti anche la pacatezza di Luca, formato nella Primavera del Milan, ribattezzato "piccolo Pirlo" (giocatore che lo ispira) e ora orgogliosamente tigrotto, con quella stabilità che nel mondo del calcio è una conquista.  Ma lui torna ad assicurare: «Sono un ragazzo come tanti, normale, non ho hobby particolari, mi piace stare con la mia famiglia, mia i ragazza, gli amici. Leggere, guardare film. Se ho fatto follie per la finale degli Europei? No, per quelli no». Ed ecco la sua risata aperta che ci convince che sì, Luca è un ragazzo di 29 anni, un ragazzo della Pro Patria. 

 

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Marilena Lualdi


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