Con le valigie in mano a 17 anni, destinazione Spagna. E con i piedi per terra, sempre. Ma anche con il cuore che batte forte, quando gli capita - perché lo vuole, fortissimamente - di segnare il primo gol di un campionato con il pubblico ritrovato (LEGGI QUI). «Una sensazione unica... ti motiva un sacco, dà fiducia. Spero che quest'anno ci sia parecchio da festeggiare così».
Davide Castelli, 22 anni, si racconta a Stadio Aperto, il suo attaccamento alla famiglia, spronato da papà e zio, anche loro calciatori, dalla mamma, dalla ragazza e dagli amici. Quelli che hanno frequentato la scuola con lui e lo dipingono come un giovane riservato. Capace però di partire e andare lontano da casa, affrontando i pericoli, le difficoltà, le esitazioni di un mondo come quello del calcio.
Le prime due partite della Pro Patria si sono trasformate in altrettante sconfitte: niente panico, siamo all'inizio. È stata tuttavia una settimana in cui lavorare più che mai, specialmente sulla testa. Castelli - a contratto con la Pro fino al 2024 almeno - si sente a posto, anzi è la citazione esatta: «Sto da Dio».
Tra i "segreti" rivelati dagli amici, il fatto che a scuola fosse molto bravo a disegnare. Come racconterebbe allora la Pro Patria con matite e colori? «Come una grande famiglia, abbracciata». Un bel gruppo, che invoca di estendere l'abbraccio: «Arriviamo da un paio di partite senza risultati positivi. Tifosi, abbiamo bisogno di voi domenica contro la Juventus U23. Restiamo uniti».
Poi straccia ogni tentazione di scamaranzia e fiuta tre punti nell'aria. Di certo, sarà una partita spettacolare, anche per l'orario serale: suggestioni che ci mancavano, adesso sono qui.
Come il volto serio di un ragazzo di 22 anni, che è andato lontano senza timore e ora guarda negli occhi i tifosi, nella sua nuova casa, lo stadio Speroni.
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