Busto Arsizio - 19 dicembre 2025, 16:27

Un nuovo ulivo a Beata Giuliana, Legambiente: «Perché si continuano a piantare alberi estranei al territorio?»

La sezione locale del Cigno Verde amplia il discorso citando il progetto comunale per il restyling dell’area verde in via De Curtis, a Sant’Anna, dove sono previsti 95 esemplari di “Olea europea”. La presidente, Paola Gandini: «Abbiamo anche segnalato a Palazzo Gilardoni lavori discutibili in diverse vie, tra messa a dimora di piante scadenti e sistemi di tutoraggio scorretti. Ma non otteniamo risposta, da mesi»

La pianta di ulivo messa a dimora a Beata Giuliana

La pianta di ulivo messa a dimora a Beata Giuliana

Nel giorno in cui viene posizionato un nuovo ulivo in piazzale Beata Giuliana, Legambiente torna a farsi sentire. Non per applaudire la piantumazione ma per ribadire perplessità e ricordare una Pec, sempre a tema alberi, inviata a Palazzo Borghi a giugno. «Non abbiamo mai avuto risposta – afferma la presidente del circolo cittadino, Paola Gandini – nonostante la conferma della ricezione e un sollecito risalente ad agosto».

Procedendo con ordine, l’ulivo è stato messo a dimora nel prato antistante la chiesa parrocchiale di Beata Giuliana questa mattina. Gli operatori hanno sistemato anche altre tre piante ma l’attenzione del Cigno Verde si concentra sull’esemplare dell’albero da frutto: «A Busto c’è un regolamento comunale per il verde privato in cui si incoraggia il ricorso a piante autoctone. Ma poi compaiono alberi di tutt’altro tipo. E non parliamo di casi isolati». Il riferimento è al progetto con cui il Comune intende riqualificare l’area verde di via Antonio De Curtis, a Sant’Anna (vedi QUI). Un restyling che include la sistemazione di quasi cento “Olea europea”. Ulivi, appunto, preferiti a essenze più intonate al territorio. «Troveremmo sensato – l’osservazione della presidente – l’utilizzo di giovani alberi come quelli previsti dal regolamento comunale, piante che, crescendo, sviluppino una chioma folta, in grado di produrre ombra nei periodi torridi ed effetti benefici sulla qualità dell’aria».

Ma Legambiente fa anche un salto indietro nel tempo, lungo grosso modo sei mesi: «A giugno abbiamo inviato al Comune una lettera di contestazione. A nostro avviso, alcune operazioni per nuove alberature lasciavano parecchio a desiderare. Quindi abbiamo segnalato i nostri rilievi sulla qualità degli esemplari e sulle modalità utilizzate per proteggerli».

Le messe a dimora riguardavano le vie Espinasse, Pepe, Samarate e Valle Olona. «Nei casi di Via Pepe e Via Samarate – si legge nel documento - si può constatare come la qualità delle piante scelte sia estremamente bassa, trattandosi interamente di alberi capitozzati con la chioma costituita unicamente da succhioni emessi in risposta alla capitozzatura, inseriti su branche primarie gravemente lesionate e con ferite i parti (…) La scelta di materiale vivaistico di buona qualità risulta fondamentale per la gestione del verde nel lungo periodo, poiché alberi con grosse ferite e senza un’architettura equilibrata richiedono maggiori costi di gestione negli anni a venire al fine di formare chiome equilibrate e per monitorare il manifestarsi e il progredire di attacchi da parte di funghi cariogeni».

Bassa qualità, secondo Legambiente, anche in via Espinasse mentre il livello sale in via Valle Olona.

Resta un problema relativo alle protezioni che consentono a ogni pianta di crescere e rafforzarsi, trovando equilibrio e stabilità: «Si fa presente in tutti i casi come il tutoraggio non sia stato effettuato correttamente, poiché ai pali tutori è stata aggiunta una traversa in legno a cui gli alberi sono stati affrancati direttamente e strettamente tramite elastici. Il tutoraggio corretto, invece, prevede che l’albero sia collegato ai pali tutori con fasce elastiche, così da consentire una lieve oscillazione per effetto del vento e un conseguente rafforzamento del colletto (nell'immagine sotto, a sinistra i tutoraggi effettuati e, a destra, quelli che secondo Legambiente andrebbero realizzati, Ndr».

«Ovviamente – conclude Paola Gandini – abbiamo segnalato l’esecuzione non corretta delle opere e il conseguente danno subito dal Comune, chiedendo anche se siano state assunte iniziative di qualche tipo. Di risposte, a distanza di mesi, non ne abbiamo ricevute».

S.T.

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