L’onda lunga della sensibilità generata dal disastro di Chernobyl è calata, la guerra con la Russia ha generato nell’opinione pubblica una certa assuefazione e il Covid ha determinato un black-out anche nei meccanismi della solidarietà che ancora è difficile lasciarsi alle spalle. Ma il peggiore incidente nella storia dell’energia nucleare utilizzata a scopo civile non ha smesso di “seminare”, si sapeva fin dall’inizio che le conseguenze sarebbero durate nel tempo. E le bombe continuano a cadere, a distruggere, a uccidere, a terrorizzare. Aubam, quindi, associazione storicamente impegnata nel portare bambini dall’Ucraina all’Italia per regalare loro vacanze degne e utili alla salute, non demorde.
«Va detto – ammette il presidente, Antonio Tosi - che veniamo da una sconfitta. L’anno scorso abbiamo cercato famiglie che ospitassero bambini in più rispetto ai 35 che, grazie alla collaborazione con il Comune, potevamo alloggiare nella colonia di Alassio. Hanno risposto all’appello in tre. In Ucraina ce ne sono 340, di bambini, che, con l’associazione partner di Aubam, attendono di passare un periodo salutare, lontano dal conflitto».
Il calo di interesse per questa forma di solidarietà, puntualizza Tosi, si avverte come minimo a livello nazionale. Che fare? Intanto, Aubam e Comune confermano la loro collaborazione, ribadita oggi in conferenza stampa dal sindaco, Emanuele Antonelli, e dall’assessore ai Servizi sociali, Paola Reguzzoni: saranno di nuovo 35 i bambini che arriveranno nella bella stagione 2026 per una villeggiatura in colonia, questa volta all’Aprica. In secondo luogo, come spiegato da Cristina Beretta, tesoriera dell’associazione, viene accorciato il periodo di permanenza, così da renderlo più digeribile per le famiglie eventualmente interessate: due settimane, nella prima metà di luglio, a distanza di sicurezza dal tipico esodo di agosto.
Il 28 novembre, alle 21, a Villa Calcaterra, via Magenta, Aubam illustrerà scopo, modi, dettagli della “campagna 2026”. Anche per rassicurare: si toccheranno argomenti come la partnership, rodata, con l’associazione “Difendere i bambini di Chernobyl” (puntuali i messaggi di ringraziamento inviati a Busto dalla referente, Tetiana Kunitska), i contatti con le autorità per garantire al massimo trasparenza e correttezza, gli incontri formativi, lo scambio di esperienze con famiglie che hanno già partecipato al programma.

Ancora Tosi: «Sento al telefono una delle bambine che ho ospitato a cadenza regolare. Non fare caso ai rumori, mi ha detto più di una volta, sono i droni che vanno a bombardare. Non possiamo immaginare come si vive in Ucraina, quello che là è diventato normale. E non mi vergogno di dire che qui, in Italia, quando il periodo di ospitalità finisce, è capitato anche a me di piangere, di commuovermi. Non sono il solo. Ecco, dico questo alle famiglie che possono accogliere: non sottovalutate le emozioni e i legami che possono nascere da questa esperienza».
Per informazioni: info@aubam.it






