Busto deve tornare a ospitare tanti bambini ucraini. È questo l’auspicio di Antonio Tosi, detto “il Pedèla”, presidente di Aubam, l’Associazione umanitaria pro bambini nel mondo, che da anni si prodiga per regalare ai bimbi di Chernobyl un soggiorno in una terra distante da quella della catastrofe nucleare del 1986.
Attualmente poi un periodo di tempo in Italia ha una duplice valenza: da un lato permette agli ospiti di fare un pieno di salute (in poche settimane lontani dai luoghi contaminati possono perdere fino alla metà della percentuale di cesio 137 assorbito in un anno) e dall’altro dà loro l’opportunità di trascorrere del tempo a chilometri di distanza dalle zone di conflitto.
Ma ad Aubam occorrono nuove energie, nuove idee, nuovi impulsi per tenere viva l’associazione stessa nata nel 1998 e la cui vita è stata segnata prima dal Covid e poi dalla guerra in Ucraina.
L’idea è quella di ospitare i bambini per cinque settimane d’estate in abitazioni private. «Facciamo appello soprattutto alle famiglie giovani» afferma Tosi.
Quando un nucleo familiare decide di tuffarsi nell’esperienza viene preparato anche attraverso un corso di lingua.
«Lo scorso novembre – spiega il Pedèla – abbiamo organizzato un incontro informativo, ma si sono iscritte solo tre famiglie e il progetto non è potuto partire. Abbiamo quindi ripiegato sull’accoglienza per 15 giorni di 35 bambini nella colonia di Busto ad Alassio».
Ad agosto la corrispondente in Ucraina di Aubam, l’associazione “Difendere i bambini di Chernobyl”, ha mandato una lettera di ringraziamento all’odv bustocca che ben fa capire che cosa rappresenta per i piccoli ucraini il periodo in Italia. «I ricordi di queste due settimane – si legge nella missiva – rimarranno un tesoro prezioso per tutti loro e rappresentano una luce di speranza in un momento difficile della loro vita”.
È ora però di riaprire le porte di tante case.
«È un’esperienza appagante – non ha dubbi il presidente, che di ucraini ne ha accolti quattro - perché il figlio è quello che incontri nella tua vita e aiuti a crescere. Deve nascere un amore corrisposto tra te e il bambino: quelli che vengono ospitati sono bimbi che parlano un’altra lingua, spesso sono di un’altra religione, ma ci si unisce perché l’amore è superiore e vince tutto».
In città non mancano anche esempi encomiabili di famiglie che hanno accolto i bambini, poi diventati ragazzi, per un tempo ben più lungo delle settimane estive e sono diventate un punto di riferimento imprescindibile per i loro “nuovi figli”.
Fino ad oggi Aubam, che opera prevalentemente a Busto e nei comuni della provincia di Varese, ha ospitato circa 5.500 bambini.
Per informazioni: info@aubam.org.