Al Teatro Sant’Anna di Busto Arsizio si è aperto lo scrigno dei ricordi, recenti e lontani, con “Schegge di Pro Patria 2”, l’evento promosso dall’Associazione Pro Patria Museum in collaborazione con l’associazione “Assieme a Francesco” Onlus, impegnata nel sostegno, tra le altre, alle persone affette da sclerosi multipla.
Al centro della serata sono state le vite di sei figure iconiche della squadra di Busto: l'indimenticato centravanti Gipo Calloni, classe 1938, scomparso l’anno scorso, l’ex allenatore Ivan Javorcic, capitan Paolo Tramezzani, il bomber Stefano Dall’Acqua, Ernesto Vidal, che giocò il mondiale in Uruguay, e Roberto Labadini, il Labadinì (come Platini) di Codogno, morto, come tanti ex calciatori, di Sla, Sclerosi laterale amiotrofica.
Fatti ed emozioni sono stati condivisi grazie ad una serie di racconti scritti da Andrea Fazzari (fondatore del Pro Patria Museum), portati sul palco dall’attore ed ex centravanti biancoblù Daniele “Bandito” Giulietti (spalleggiato da Claudio Linari, vicepresidente dell’associazione) e presentati dal giornalista Giovanni Castiglioni.
Il pubblico ha anche potuto ascoltare le testimonianze di tanti atleti o tecnici biancoblu. C’erano Clemente “Tino” Candiani (classe 1931), Egidio Calloni, i giocatori del tempo di Gipo, Francesco Bartezzaghi, Pasquale Croci, Mario Casna, Giovanni Rosignoli, quelli dei tempi più recenti, Carmelo Dato, Luca Salvalaggio, Firmino Elia e Luca Sgroni, e Augusto Rasori che ha lavorato con Javorcic.
E poi i calciatori del periodo di Labadini: Marcello Grandi, Vittorio Pocorobba, Massimiliano Tumiati, Massimo Macchi, Cristian Morgandi, Andrea Tubaldo, Luca Tutone, Ivan Brambilla e Roberto Bandirali.
Pur assenti fisicamente, Tramezzani, Javorcic e Dall’Acqua hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla città tramite video messaggi. Lo storico capitano ha rimarcato l’importanza della serata a favore della Sla, mentre l’allenatore ha detto «Rispetto a quella che è la storia della Pro Patria, del suo vissuto, io mi sento piccolo». Poi Dall’Acqua: «Ricordatevi che io ho dato il cuore, ma soprattutto il cuore me l’ha dato la città e voi tifosi» E ancora: «Anche se son veneto e trevisàn, mi sento bustocco al cento per cento».
Infine Flavio Fracasso di Assieme a Francesco e Simone Colombo, presidente di Pro Patria Museum, hanno illustrato le rispettive attività: il pubblico ha potuto contribuire con un’offerta libera ai progetti benefici della onlus. Colombo ha dato appuntamento a tutti gli ex calciatori: domenica, Lecco. «Vi faccio giocare tutti».
Al di là dei racconti, un dato chiaro è emerso dalla serata: la Pro Patria e la città di Busto Arsizio entrano nel cuore. I tanti ex tigrotti intervenuti hanno espresso tutto il loro orgoglio per aver indossato la maglia a strisce e il profondo legame con la città. C’è chi si è sentito subito accolto da Busto Arsizio, pur provenendo da lontano, chi una bustocca l’ha sposata, chi la maglia della Pro l’ha appesa nella camera dei figli.
Questo aspetto è stato sottolineato anche dal vicesindaco e assessore allo sport di Busto, Luca Folegani: «Busto ti entra nel cuore anche se sei solo di passaggio, anche se sei qua soltanto qualche mese o qualche anno».
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