Storie - 13 ottobre 2025, 10:35

IL GIRO DEL MONDO IN TERRA BUSTOCCA. In che cosa sono accomunati italiani e algerini? «Lo spirito delle feste è lo stesso»

Nacima Zaarir, cittadina italiana originaria dell’Algeria, è la presidente dell’associazione castellanzese Casa Ibe. «Mi piace il Natale, – dice - la condivisione, scambiarsi i regali. Anche noi festeggiamo e facciamo doni ai bambini dopo il Ramadan»

Nacima Zaarir

«Per me l’Algeria sarà sempre la mia patria, la mia casa, è sempre nel mio cuore». Sono queste le parole di Nacima Zaarir, 50 anni, cittadina italiana originaria del più grande Paese d’Africa, e precisamente di Boufarique, trasferitasi nel 1999 a Castellanza per motivi familiari.

Nacima Zaarir è fondatrice e presidente dell’associazione The house of Sarah and Abraham - Casa Ibe, che vuole essere un ponte tra culture.

Che cosa ti manca dell’Algeria?

«La famiglia, la mamma, vivere con loro, la gioia, le feste di famiglia (ne facciamo tante e facciamo tante visite)».

Torni in Algeria qualche volta?

«Sì e quando accade mi dimentico che abito in Europa, voglio vivere la mia cultura. Indosso gli abiti tradizionali e nessuno si accorge che abito in Italia».

Quali sono i piatti tipici algerini?

«Innanzitutto il cous cous: ce ne sono di tantissimi tipi, ad esempio con il sugo rosso, con lo zafferano giallo, con la curcuma, la frutta secca, la carne, il pollo, vegetariano.

Un altro piatto molto conosciuto è il rechta. L’impasto si prepara a casa, facciamo degli spaghetti fini fini che lasciamo asciugare. Assomigliano agli spaghetti italiani, ma si cuociono al vapore. Poi cuciniamo il sugo con il pollo, i ceci, la verdura».

Gli italiani conoscono l’Algeria?

«Qui si conoscono il Marocco e la Tunisia che sono più turistici e non richiedono il visto, mentre l’Algeria si conosce un po’ meno, anche se è un paese grande, con paesaggi bellissimi, con il mare, la montagna e il più bel deserto del mondo».

Che cosa ti piace di più dell’Italia?

«Mi piace tutto, l’Italia è bella. Amo le città, i paesaggi, il cibo».

Una cosa molto diversa dall’Algeria?

«La cultura è completamente diversa. A livello religioso ad esempio noi siamo musulmani e voi cattolici.

Una differenza riguarda gli anziani: da noi dopo i 70 si preferisce rimanere a casa. Noi abbiamo molto rispetto per gli anziani e a casa non lasciamo far loro niente. Qui hanno voglia di vivere, a 70 anni si è ancora giovani, si ha voglia di viaggiare, di fare sport.

E poi la scuola. Qui in Italia c’è apertura verso molteplici argomenti. Ad esempio trovo positivo che si parli ad esempio di sessualità in classe così i ragazzi sono informati».

Una stranezza dell’Italia?

«No, per me è tutto normale. Però a me piace fare sport e qui non posso praticarlo molto perché in Italia uomini e donne sono mischiati a differenza di quanto accade in Algeria».

C’è qualcosa di Castellanza che apprezzi in modo particolare?

«Mi piace Natale, la condivisione, lo scambio dei regali, festeggiare insieme. Anche noi facciamo festa, ma dopo il Ramadan, facciamo regali ai bambini, mangiamo insieme».

Che cosa accomuna italiani e algerini?

«Lo spirito delle feste è lo stesso».

Ci fai un saluto in arabo?

«Marhaban, benvenuti».

Mariagiulia Porrello