Il clamore mediatico è innegabile. Dalla Rai a diverse testate nazionali, l’arrivo di Mariam Metwally alla Uyba ha fatto notizia, suscitando attenzione anche oltre i confini dello sport. In particolare, proprio “mamma Rai” ha sottolineato come non si parlasse così tanto della squadra bustocca dai tempi dello storico scudetto e del celebre “triplete” del 2012. Vero, ma non del tutto.
Il passato recente racconta, infatti, un altro momento di forte esposizione per la società di patron Giuseppe Pirola: l’estate del 2023, quando Julio Velasco fu annunciato alla guida della Uyba. In quell’occasione, il nome del tecnico argentino riempì i titoli dei giornali sportivi e non solo, attirando l’attenzione nazionale e mobilitando la curiosità e l'entusiasmo dei tifosi biancorossi, come poche volte era successo negli anni precedenti.
Oggi, invece, la reazione dei tifosi appare più fredda. L’ingaggio di Metwally - centrale egiziana, classe 1994, che scenderà in campo con la maglia della sua nazionale ai prossimi Mondiali - ha acceso i riflettori più per la sua immagine che per la conoscenza reale del suo potenziale tecnico. A colpire è senza dubbio la figura dell’atleta che gioca con il velo e le gambe coperte, simbolo importante in un contesto sportivo globale che si sta aprendo sempre più a culture e modelli diversi. Ma la domanda rimane: quale sarà il reale impatto tecnico dell’operazione?
Metwally arriva con un palmarès di tutto rispetto. Sette titoli del campionato africano, tre riconoscimenti da Mvp e una recente esperienza internazionale nel Mondiale per Club, dove ha registrato un eccellente 45% offensivo, risultando la terza miglior attaccante del torneo per efficienza. Dati importanti, ma che vanno inevitabilmente rapportati al contesto dei campionati e delle competizioni in cui finora ha militato.
La Serie A1 italiana rappresenta un livello superiore, con ritmi e intensità ben diversi. L’inserimento in un campionato così competitivo sarà una sfida, per la giocatrice e per il club. L’occasione per iniziare a valutare concretamente il suo apporto arriverà già a breve, con l’avvio dei Mondiali femminili e l’Egitto tra le squadre qualificate: una vetrina internazionale nella quale Metwally potrà mettere in mostra il proprio valore, non solo mediatico, ma anche tecnico.
Per la Uyba, si tratta senza dubbio di un’operazione ambiziosa. Una scommessa coraggiosa, nello “stile” di patron Pirola, ancora tutta da scoprire. Domani la Uyba riparte, ma Metwally non si vedrà a Busto prima di metà o fine settembre. Nel frattempo, coach Barbolini e le sue ragazze inizieranno a costruire un'ossatura di gioco anche senza la schiacciatrice con il velo, concedendole il tempo - inevitabilmente - necessario per ambientarsi in un contesto e in un mondo per lei completamente nuovi.