Busto Arsizio - 22 giugno 2025, 09:00

Almeno 150 pazienti ogni giorno in Pronto soccorso a Busto: «Accogliamo con la professionalità di sempre e nuove attenzioni»

A colloquio con il dottor Angelo Ianni, responsabile del presidio in via Arnaldo Da Brescia dal 2019. Nella panoramica, l'osservazione breve intensiva, l'unità di Medicina d’urgenza, la Radiologia per l’emergenza ma anche l'introduzione del caring assistant per garantire la comunicazione con la sala d’attesa, lo spazio dedicato alla violenza di genere, la sicurezza per il personale e gli utenti: «Sono orgoglioso del lavoro fatto, riconoscente al personale per l’impegno e la professionalità, ai vertici di Asst per l’attenzione». All’orizzonte l’ospedale unico

Nel riquadro, il dottor Ianni, responsabile Pronto Soccorso a Busto e Gallarate, oltre che del Punto di Primo Intervento a Somma Lombardo

Nel riquadro, il dottor Ianni, responsabile Pronto Soccorso a Busto e Gallarate, oltre che del Punto di Primo Intervento a Somma Lombardo

Il dottor Angelo Ianni, specializzazioni in Medicina d’Urgenza e in Cardiologia, corpose esperienze di insegnamento in curriculum, è alla guida del Pronto Soccorso di Busto Arsizio, oltre che di quello di Gallarate, dal 2019. L’anno successivo, il Covid cambia le vite di tutti e irrompe negli ospedali, obbligando a modifiche nelle strutture e nelle prassi. I Pronto Soccorso diventano una “trincea" ancora più calda, spazi e percorsi vanno adattati alle nuove, pressanti esigenze, molte delle migliorie progettate prima della pandemia devono essere congelate per reggere l’onda d’urto provocata dal Coronavirus. Superata la fase peggiore, torna la possibilità di lavorare sul periodo medio-lungo, di mettere mano agli spazi e all’organizzazione. Oggi il dottor Ianni guarda con soddisfazione a quanto seminato, e raccolto, dopo il 2020, annus horribilis.

Se gli si chiede di fare una panoramica su passato recente, presente e futuro, però, non dipinge scenari vasti. Preferisce un approccio pratico, partendo dall’esperienza che pazienti e familiari fanno al Pronto Soccorso di via Arnaldo Da Brescia.

«Una delle difficoltà evidenti – esordisce – era legata alla cattiva comunicazione tra chi si trovava all’interno del Pronto Soccorso e chi aspettava in sala d’attesa. Così abbiamo introdotto la figura del caring assistant, un vero e proprio operatore sanitario che si fa carico di comunicazioni e aggiornamenti (vedi QUI). Non è facilissimo misurare l’effetto di questa azione ma si percepisce una diminuita conflittualità, per esperienza diretta e considerando le lettere ricevute dall’Urp. Un secondo passo verso i pazienti è stato l’attivazione di un ufficio amministrativo, attivo 12 ore al giorno, al quale chi viene dimesso può rivolgersi per esempio per fissare una visita, senza andare all’Ufficio Relazioni col Pubblico. Una facilitazione per tutti, preziosa soprattutto per chi ha poca dimestichezza con l’ospedale e, magari, è un po’ spaesato. Ancora, stiamo lavorando sul boarding, cioè sulle lunghe permanenze in Pronto Soccorso, oltre le otto ore. Tipicamente sono coinvolti i cronici fragili. Su questo fronte, è fondamentale un nuovo ruolo del territorio ma stiamo anche sviluppando nostri progetti, finalizzati ad arginare il fenomeno, per esempio per pazienti con scompenso cardiaco o diabete. Azzarderei una stima sul calo del boarding nell’ordine del 10 per cento, qualcosa in più. I dati, va detto, sono in via di elaborazione. E prevediamo di mettere in atto ulteriori iniziative».

Ogni punto percentuale conta, visti i numeri sviluppati dal Pronto Soccorso: «A Busto registriamo 150, 200 accessi al giorno. In linea con quanto avviene altrove, i codici rossi, volendo utilizzare la vecchia definizione, sono circa il 3 per cento, i gialli grosso modo il 17. Per i cosiddetti codici minori è attivo 12 ore al giorno l’ambulatorio con medico dedicato. I fast track, percorsi per pazienti che hanno bisogno di cure specialistiche rapide, stanno aumentando. Sono attivi quelli ginecologico, pediatrico, ortopedico, oculistico, dermatologico, otorinolaringoiatrico, urologico».

Ampio il capitolo delle modifiche agli ambienti: «Abbiamo separato i percorsi per i minori da quelli dell’emergenza urgenza. E proprio la sala per l’emergenza è stata sottoposta a restyling con una notevole ottimizzazione dello spazio. Il lavoro fatto sull’area per l’Osservazione Breve Intensiva (vedi QUI) è stato strategico, oggi è un punto di forza: una decina di letti, possibilità di controllo visivo su tutti i pazienti, tecnologia per la monitorizzazione multiparamedica in arrivo. Si è, inoltre, liberato spazio in Pronto Soccorso riducendo nettamente la presenza di barelle in corridoio. E ci sono ancora un paio di novità importanti, con l’imminente entrata in servizio dell’Unità di Medicina d’Urgenza, dieci posti letto, e la radiologia per l’emergenza direttamente in Pronto Soccorso. Infine mi si permetta di manifestare un certo orgoglio per la saletta dedicata alle vittime della violenza di genere, ambito nel quale il Pronto Soccorso può, purtroppo, trovarsi in prima linea. Abbiamo attrezzato uno spazio discreto, tranquillo, nel quale accogliere con la necessaria riservatezza».

“Violenza” è parola che spesso si associa anche a medici e infermieri, oggetto di intemperanze e aggressioni: «Come noto, il posto di Polizia oggi è attivo. Possiamo contare anche su una guardia giurata, su un articolato sistema di videosorveglianza e su un pulsante in sala visite che permette agli operatori sanitari di chiedere in tempo reale un intervento. Questo, ovviamente, è a garanzia di tutti coloro che frequentano il Pronto Soccorso, non solo di medici e infermieri. Non arriveremo mai al rischio zero, data la natura del nostro servizio, ma casi recenti, con pattuglie giunte sul posto in meno di cinque minuti dalla segnalazione, ci rassicurano abbastanza».

Inevitabile la richiesta di un parere sul futuro ospedale Busto/Gallarate e sui timori, emersi a più riprese nel dibattito pubblico, legati al passaggio da due a un Pronto Soccorso. Prudente, per ovvie ragioni, la risposta del dottor Ianni: «Pronunciarsi è prematuro, siamo in piena fase progettuale. Posso, però, dire che una struttura ospedaliera unica, monoblocco, porta vantaggi rispetto al trasporto di pazienti da un presidio all'altro o tra padiglioni dello stesso ospedale. Nell’attesa di scoprire quello che verrà, posso dire che oggi il Pronto Soccorso di Busto è una realtà di tutto rispetto, in grado di fornire risposte importanti ai bisogni del territorio. Merito, fra l’altro, della professionalità e dell'impegno di chi ci lavora, oltre che dell’ascolto che la dirigenza di Asst sta garantendo. Cogliamo piccoli grandi segnali sulla bontà del percorso intrapreso anche sul fronte dell’attrattività: faticavamo a trovare medici da destinare al trattamento dei codici minori, oggi dobbiamo dire dei no».

Stefano Tosi

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