Lo stop arriva tipicamente di lunedì. È diventato giorno da bollino nero per il Siss - Sistema informativo socio-sanitario dell’azienda regionale Aria, quello che i medici di medicina generale utilizzano per le ricette dematerializzate e per una serie di operazioni come quelle legate ai giorni di astensione dal lavoro per malattia.
«È un segno, l’ennesimo, di come la Sanità in Lombardia non stia funzionando a dovere in tanti ambiti». Lo segnalava, in un recente incontro con la stampa dedicato al futuro ospedale unico (vedi QUI), Michele Bisaccia, medico di medicina generale e consigliere comunale a Gallarate.
«Il problema – riprende – non solo è ricorrente, peggiora. Se all’inizio i passaggi a vuoto erano più sporadici e comunque si risolvevano in un arco di tempo relativamente rapido, adesso la cadenza è diventata settimanale e capita di non riuscire a utilizzare il Siss per ore». Risultato: impossibile inviare le prescrizioni per i farmaci o per accertamenti considerati necessari. «Non solo – aggiunge Bisaccia – ovviamente quando tutto torna a funzionare dobbiamo effettuare le procedure rimaste in arretrato, un accumulo che finisce col sovrapporsi alle normali attività lavorative. Senza contare le reazioni dei pazienti, tendenzialmente cronici, che rischiano di ricevere riscontro, da parte di noi medici, in tempi molto più lenti rispetto a quelli attesi».
E le ricette rosse, ancora cartacee? «Intanto sono utilizzabili per alcune richieste, non per tutte. In secondo luogo, ormai si possono ritirare al massimo dieci ricettari di questo tipo, un numero esiguo». Situazione attuale: «La scelta di dematerializzare le ricette si sta rivelando un boomerang. È sensata per una serie di ragioni, si pensi, tanto per fare un esempio, ai minori spostamenti delle persone, magari anziane. Ma se il sistema si ferma così spesso, i disagi possono diventare ingestibili».
Non resta che attendere il prossimo lunedì, ormai imminente, e verificare se il sistema funzionerà o meno. «Sarà una scoperta – conclude Bisaccia – perché, a parte i riscontri più o meno automatici alle segnalazioni inviate sui singoli episodi, di risposte da chi dovrebbe garantire un servizio regolare finora non ne sono arrivate. Nemmeno conosciamo i motivi degli stop. Posso supporre che il sistema fatichi a reggere un numero crescente di operazioni, visti certi cambi nelle procedure e la loro progressiva estensione. Ma è solo un'ipotesi».