Valle Olona - 26 aprile 2025, 19:36

Dal soldato che non volle più combattere al portiere della Pro Patria che provò a parare il fascismo: a Solbiate la storia rivive grazie agli studenti

L'onda lunga del 25 Aprile, le ricerche dei ragazzi dell’Istituto comprensivo Moro riportano alla luce i volti e il sacrificio dei loro concittadini. Il coordinatore del progetto “Esercizi di memoria” Stefano Catone: «Con le insegnanti troveremo il modo di valorizzare questa esperienza»

Non è stato un 25 Aprile come gli altri, quello di Solbiate Olona. Perché alla celebrazione dell’anniversario tondo, gli 80 anni della Liberazione, si è aggiunto il lavoro degli studenti dell’Istituto Comprensivo Aldo Moro. Ragazze e ragazzi di terza media, grazie a un progetto portato avanti con docenti e Anpi, hanno recuperato le storie che hanno fatto la storia, conosciuto concittadini che hanno pagato il tributo più alto nella lotta al nazifascismo. Quattro partigiani e un renitente alla leva, età comprese tra 18 e 40 anni, riscoperti grazie «…all’ultradecennale lavoro di Aldo Tronconi, col “suo” museo socio-storico e al prezioso lavoro svolto da Ivan Vaghi sulla storia della Resistenza. Per la memoria giunta fino a noi, infine, non possiamo che ringraziare e ricordare Angelo Colombo».

Il virgolettato è tratto dai testi prodotti nell’ambito del progetto “Esercizi di memoria - Solbiatesi resistenti”, coordinato dal consigliere comunale Stefano Catone. Che spiega: «I ragazzi si sono avvalsi delle ricerche fin qui realizzate, in qualche caso portando alla luce vicende poco conosciute. E ci hanno lavorato, omaggiando uno per uno i solbiatesi che si opposero al regime».

Nel dettaglio: Pietro Girola, l’8 settembre si rifiuta di arruolarsi con i repubblichini e per questo viene deportato a Dachau, dove muore nell’aprile 1944, quarantenne; Pietro Moroni, muore a Buchenwald nel marzo 1945, a pochi giorni dalla liberazione del campo, aveva 39 anni; Stefano Ghioldi, ucciso nei pressi di Novara nel novembre 1944, aveva 25 anni; Antonio Turconi, nato nel 1921 a Solbiate e morto nell’aprile 1945; Luigi Giudici, ucciso in Val Grande nel giugno 1944 ad appena 18 anni.

«Le biografie di queste persone sono, in qualche caso, davvero particolari. Di Girola, per esempio, si sapeva poco fino a non molto tempo fa. Era un soldato, aveva servito per una vita, non ne poteva più di combattere e a un certo punto si rifiutò di farlo ancora. Turconi, addirittura, era uno sportivo, portiere della Pro Patria, molto più di una semplice promessa. Ai ragazzi è stato chiesto di fare uno sforzo in più. E i risultati sono stati notevoli: un diario associato alla figura di Girola, per Ghioldi hanno scritto una canzone, per Moroni una poesia. Hanno immaginato una partita di Turconi, facendone la radiocronaca. Il nome di battaglia di Giudici era Zambo, un personaggio dei fumetti. Così, hanno disegnato un supereroe con il suo volto».

Ancora: «Esistono le foto dei funerali, post Liberazione, di Moroni e Ghioldi. Si vedono scorci di Solbiate che gli studenti hanno riconosciuto, comprendendo che la storia si è fatta anche tra le nostre case, nei luoghi che frequentiamo ancora. E poi hanno raccolto una sorta di eredità: esiste una ricerca su Giudici risalente agli anni Ottanta. Allora ci lavorarono bambini delle elementari, poterono contare su testimonianze di chi aveva conosciuto quel ragazzo. Il risultato fu inviato al presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che rispose con una lettera bellissima».

Ora, anche considerando la qualità del lavoro svolto, si pensa a come conservare e rilanciare: «Con le professoresse Sganga e Mazzola, che hanno seguito con grande disponibilità e competenza i ragazzi, ragioneremo su come valorizzare ulteriormente questa esperienza».

S.T.

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