Il buio proprio quando la luce splendeva così generosa. E non un dono, ma il frutto di un impegno di squadra, incessante. L'architetto Daniele Geltrudi (Educarte) ha così affidato dopo alcuni giorni dallo stop del Teatro Sociale Cajelli a Busto (LEGGI QUI) le riflessioni ai social.
«La sera del 22 marzo, dopo la consegna del premio Delia Cajelli il Teatro è stato chiuso per restauri: mi sia concessa una breve riflessione su uno strano paradosso - osserva - Il momento più buio della storia recente di questo Teatro ha coinciso (in totale sovrapposizione la stessa serata) con la conclusione della più luminosa Stagione dalla scomparsa di Delia Cajelli (1946-2015)».
Risultati che avrebbero fatto brillare gli occhi a Delia: «Una Prosa con due play originali, una Sinfonica con tre gran bei concerti e una Lirica con due opere per l'Anno Pucciniano, tutto in una sola Stagione... che spero venga ricordata».
Questo duro momento è anche quello della riconoscenza: «Grazie al nostro pubblico, prima di tutto, grazie alla Fondazione Comunitaria del Varesotto, e grazie alla Città di Busto Arsizio nella persona dell'incredibile assessore Manuela Maffioli».
Il teatro è una "creatura" che ha affrontato già periodi bui, ora la speranza è che si possa poterlo far presto rivivere. Anche se in realtà, un teatro è sempre vivo: «Anche se oggi è chiuso, è ancora "abitato", dagli autori, dai personaggi, certo, ma soprattutto dai miei cari amici artisti...».