Busto Arsizio - 17 marzo 2024, 15:52

VIDEO. Dal buio della violenza alla luce dell'arte: il San Carlo set cinematografico di un'opera tra dolore e speranza

Oggi le emozionanti riprese nell'istituto clinico di Busto. Un corto dedicato «a Giulia Cecchettin e alle troppe vittime di violenza», che invita alla rinascita anche attraverso l'opera di Manuela Carnini

Il corto girato al San Carlo. A sinistra Manuela Carnini con Didi Leoni, a destra con Sara Tosi e Annamaria Malipiero

Il corto girato al San Carlo. A sinistra Manuela Carnini con Didi Leoni, a destra con Sara Tosi e Annamaria Malipiero

Difficile non commuoversi, durante le riprese di "In nome di ogni donna". Al San Carlo istituto clinico di Busto Arsizio è un giorno di lavoro insolito, perché i medici che accolgono una giovane vittima di violenza sono in realtà attori. È una storia che sembra però scolpita nella realtà, quella realtà che anche l'istituto bustese aiuta ad affrontare ogni giorno.

Sguardi e messaggi

Lo fa con le cure del suo personale, con l'umanità e con l'arte di una dottoressa speciale, Manuela Carnini, la cui opera diventa un tassello fondamentale di questo cortometraggio. Le lacrime sono quelle dei protagonisti, ma sfuggono anche a chi sta assistendo alle riprese, dirette da Gabriele Lazzaro per la Sarabi Productions di Didi Leoni, presente sul set. C'è anche il patrocinio del Comune di Busto. 

Drammatica subito la scena iniziale, quando una madre irrompe per sapere come sta la figlia e il dottore cerca di calmarla. Finché ci pensa un'altra donna, una legale che conosce bene quel dolore.

Non si può spoilerare, qui si incontrano grandi donne e anche attrici che sanno incrinare le corazze più forti con la loro interpretazione: Daniela Giordano e Annamaria Malipiero si parlano, si assistono, si scambiano un bracciale. E soprattutto, la prima cura dell'anima viene dallo sguardo all'opera di Fridami - nome d'arte della dottoressa Carnini - che fa credere nella rinascita, dopo il dolore. 

C'è il viavai sul set, attenzione spasmodica a ogni particolare, ma anche tanta commozione appunto. È un film che vede il San Carlo come set e ha coinvolto diversi brand del territorio: lo scatolificio Da.Ra. di Castano, la Gioielleria Watches and Jewels24 (che ha realizzato ad hoc i gioielli), Giovanni Tropeano, Frame abbigliamento. Ci si confronta, passa anche il consigliere comunale Alessandro Albani, impegnato contro la violenza sulle donne.

La genesi

Tutto nacque da un incontro diversi anni fa, ricorda l'ad del San Carlo Sara Tosi, con Gabriele Lazzaro e Manuela Carnini. Il cinema, ovvero un'arte a sua volta che vuole fermare l'avanzata della violenza sulle donne, con la sua poesia e i suoi messaggi.

«Una grande emozione - sottolinea la dottoressa Tosi - Ci avevano chiesto un ambiente medico per la scena delle cure e abbiamo dato la nostra adesione. La storia raccontata da Manuela Carnini è di rinascita,  dopo eventi di vita traumatici... accompagnata dall'arte». Il medico e artista sta riscuotendo un enorme successo con le sue opere (LEGGI QUI).

E proprio un'opera di Fridami è cruciale in questo film, sbocciata la notte della morte di Giulia. La dottoressa Carnini ne è convinta: «L'arte salverà il mondo...». E prima che i suoi colori vadano oltre oceano a splendere, la speranza comincia ad accendersi qui, sul set. La si sente, potente, più forte delle lacrime.

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Marilena Lualdi

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