Dalla ferita della B a un nuovo libro che si spalancava per il Milan. Franco Castiglioni rivive così l'arrivo di Silvio Berlusconi: «Siamo andati in B, eravamo falliti, poi ecco che arriva una persona che, pronti e via, ha cambiato il mondo del calcio».
Castiglioni ha diversi fili che lo legano al ricordo di Berlusconi, scomparso ieri a 86 anni. La passione rossonera, quella politica e anche il lavoro che si ricollega al Milan. Sì, perché l'azienda del bustocco, la Casbot di Samarate, stampa materiale per il Milan, e non solo nel caso del Cavaliere c'è un aspetto che ha sperimentato su tutti i campi: «Il suo modo di fare le cose è sempre stato generoso».
La Casbot era appunto tra i fornitori e stampava diversi prodotti dai volantini alle cartelline, «e al programma della partita che oggi non esiste più». Per questo motivo si trovava puntualmente tra gli invitati della festa di Natale che non era un evento quindi riservato solo ai calciatori e alle loro famiglie: «Ci invitava ed era incredibile. Sentivi due note, si apriva il palco e uscivano i Pooh. Oppure un'altra mitica festa in via Piranesi, dove c'era il palazzo del ghiaccio. Anche qui, sentivi qualche nota ed ecco Laura Pausini che cantava l'inno del Milan».
Ma accade anche di lavorare con il suo ingresso in politica e pure qui le sorprese non mancano: «Il primo anno che fu presidente del consiglio, andò da Bruno Vespa in tv. Un grafico di fiducia, nostro storico cliente, ci fece stampare un volume di 230 pagine, zeppo di numeri relative alle opere e ai soldi spesi. Riuscimmo a stamparlo alle 17 di pomeriggio e il suo grafico venne da me con l'aereo privato a prenderlo». La mattina dopo, Berlusconi snocciola quel programma dei 100 giorni: «L'aveva imparato a memoria in una notte...».
Il pensiero di Franco Castiglioni non può che tornare però al Milan, agli occhi che tornavano a brillare, a un sogno che coinvolgeva in modo nuovo: «Ha portato il giuoco del calcio, come diceva lui, in giro per il mondo. Pensiamo all'89, quando 80.000 persone si trasferirono a Barcellona». Momenti irripetibili, ma ogni gara gustata - «come la finale di Champions con la Juve, eravamo Roberto Antonelli e io» - adesso ha un altro sapore e conduce Castiglioni a una parola precisa.
«Grazie. Grazie per quello che ha fatto per tante persone. E per come l'ha fatto».