«È stato un grande atto di generosità, un gesto di grande amore. Però, se avesse incontrato prima il Cav, avrebbe portato avanti la gravidanza con la speranza di poter crescere lei il piccolo Enea».
Sono parole di affetto quelle che la presidente del Centro aiuto alla vita di Busto Arsizio, Natalia Marrese, ha espresso dinanzi alla lettera della mamma del piccolo trovato nella Culla per la Vita della Clinica Mangiagalli.
E nel manifestare la solidarietà con la mamma e ribadendo l’importanza del servizio della clinica milanese per le donne in difficoltà, rivolge un pensiero alla possibilità di aprire anche a Busto Arsizio una Culla per la Vita.
«Confrontandomi anche con l’ex presidente del Cav Antonio Pellegatta - prosegue - abbiamo ripensato alla necessità di avere una Culla per la Vita anche a Busto. Siamo consapevoli delle problematiche legate ai costi, alla burocrazia, al luogo (con telecamere) e altro, ma crediamo che questo sia un simbolo di cura e amore verso i bambini».
Un gesto di amore dunque quello della mamma di Enea. «Oltre ad aver portato avanti la gravidanza - continua Marrese - e aver scelto di far nascere il piccolo, ha compiuto un atto di amore immenso: ha deciso di lasciarlo nella culla perché qualcuno potesse prendersi cura di lui. Un gesto che fa capire quanto la disperazione del momento possa condurre a compiere determinate azioni. La mamma sta attraversando notevoli difficoltà che non sa risolvere. È bello poi che ci siano tante persone a convincere la mamma a tornare».