«Mettiamo le quote della Pro Patria a disposizione di imprenditori seri che possano aiutare a iscriversi al prossimo campionato e a tenere fede agli impegni». In una giornata delicata, che ha visto anche lo svolgersi dell'assemblea societaria della Pro, a parlare così è l'avvocato Antonio Muro, amministratore unico del consorzio Sgai. L'abbiamo contattato dopo il perdurare del silenzio del consorzio e il proliferare delle voci.
Dunque si cercano ufficialmente compratori per la società tigrotta. Anche il presidente della Pro Patria Domenico Citarella non commenta ulteriormente, ma conferma che ha ricevuto il mandato di sondare eventuali compratori.
I conti Sgai sono bloccati dalla Procura per le inchieste in corso sul superbonus, se nulla accade non c'è possibilità di dare un futuro al club calcistico di Busto Arsizio, proprio come si temeva.
Imprenditori seri. Ma con tutto quello che è accaduto a Sgai, con le inchieste e il tam tam mediatico connesso, si crede davvero che qualcuno possa farsi avanti o accostarsi? L'avvocato Muro replica così alla domanda: «Che ci si creda o no, teniamo alla società. alla squadra e ai tifosi. In qualsiasi modo. La Pro Patria è una nostra controllata, ma non è coinvolta in nessun tipo di indagine. Oltre ad aver pagato le quote, abbiamo fatto anche un finanziamento di 220mila euro per portare avanti la società che non ha debiti progressi. Non è che non vogliamo investire, è che non possiamo per cause di forza maggiore. Un imprenditore serio e intelligente sa che è la Pro Patria è un ottimo investimento».
E aggiunge: «Siamo pronti anche a non vederci riconosciuta l'intera marginalità pur di aiutare la società e la squadra a rimanere vivi».
Ma i vincoli del contratto che ancora mancano all'appello nella querelle con la socia di minoranza Patrizia Testa? L'avvocato Muro afferma che si tratta delle fideiussioni: «Punti non sostanziali, ma a latere».