Una serie di norme per permettere a palestre, centri danza e piscine di riaprire. La decisione spetterà al nuovo Governo e sarà presa nel prossimo Dpcm (l'attuale provvedimento è valido fino al 5 marzo).
Eleonora Burgsthaler, direttrice artistica e responsabile tecnica della scuola di danza e centro fitness “Angeli sulle Punte” di Dairago, nella videointervista che presentiamo di seguito, incrocia le dita e spera si possano anticipare i tempi di una o due settimane. In ogni caso, la sensazione è quella di sentirsi gli ultimi tra gli ultimi («Siamo stati completamente dimenticati da tutti»).
Le scuole di danza, come la sua, si trovano in una situazione nera, dopo mesi di chiusura, lontano dai propri allievi e dalle attività didattiche (sono state attivate le lezioni online, ma a lungo andare le relazioni interpersonali e il senso stretto di “spogliatoio”, di vivere un qualcosa di comune che fa bene al corpo e alla mente, vengono meno). Una sensazione di “vuoto” che abbraccia un po' tutte le età e che penalizza anche gli adulti e gli anziani iscritti al centro fitness, nei quali il benessere psico-fisico assume e acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute.
«È proprio il lato più umano della nostra attività che sta prendendo una piega tristissima – prosegue Eleonora Burgsthaler - Dalle bambine di quattro anni che sono tristi perché non possono venire a vivere il proprio sogno, alle ragazze delle superiori che si stanno chiudendo in se stesse. Fino alle persone e signore più anziane che hanno necessità di muoversi per stare bene, per l'umore e per riuscire a svagarsi in un momento dove non abbiamo molto».
Ad aggravare la situazione, le spese sostenute in questi mesi di chiusura: affitti, tasse, bollette e il compenso per insegnanti e maestri che, seppur in una sorta di “smart working forzato”, hanno continuato a proporre corsi e ore di lezione. Proseguire oltre con questa modalità sarebbe impensabile, ce lo fa capire chiaramente la direttrice e responsabile della scuola di Dairago. Così come sarebbe un ulteriore tracollo affidarsi solo e di nuovo alle lezioni private, significherebbe non riuscire a sostenere le spese per il tempo e l'impegno investito.
Insomma, un punto di non ritorno sotto ogni aspetto: economico e umano.
Da qui l'appello, che Eleonora Burgsthaler rivolge «a tutti quanti», a chi è preposto a prendere decisioni in questo senso. E nel suo «a tutti quanti» si legge proprio l'emergenza di un'istanza finora caduta nel vuoto, di una “voce” inascoltata e dimenticata per troppo tempo.
«Abbiamo strutture adeguate, venite a controllarci. Qui abbiamo 900 metri quadri a disposizione e rispettiamo ogni protocollo. Si facciano delle verifiche, chi può rimane aperto e chi al momento non ha le possibilità si adeguerà. Questo è quello che mi sento di dire “a tutti quanti” e che ci ascoltino, insomma».