Ieri... oggi, è già domani - 27 dicembre 2025, 07:00

“Ghe chi l'an nou” - “È in arrivo il nuovo anno”

Tra poco, a portata di cuore c'è il 2026 - il tempo che fugge, imperterrito - il suono di luce che si affievolisce - il tenero pensiero da dedicare ai propositi, poi... sarà quel che sarà...

“Ghe chi l'an nou” - “È in arrivo il nuovo anno”

Tra poco, a portata di cuore c'è il 2026 - il tempo che fugge, imperterrito - il suono di luce che si affievolisce - il tenero pensiero da dedicare ai propositi, poi... sarà quel che sarà. Ho pensato di porre una riflessione, senza troppo auspicare, da dedicare all'anno che viene, attraverso lo scritto di un caro amico, il compianto Don Isidoro Meschi che porta la data del 24 dicembre 1989 - e che la gentile sua sorella, signora Mariella mi ha fatto avere e che io ho deciso di rendere pubblico.

Eccolo, il testo. Poi, lo commenteremo, per poter donare al futuro la Speranza da difendere sempre. "Divina maternità di Maria - fratelli, non ci è più lecito accettare tentazioni contro la speranza; non ci è più lecito abbandonarci alla sfiducia. Il mistero nascosto, taciuto per secoli, adesso è stato rivelato e alla luce di questo mistero, se abbiamo accolto la rivelazione nella fede, non possiamo più proseguire come se ancora avessero reale peso le nostre paure, come se ancora avessero reale consistenza i nostri dubbi, come se ancora fosse legittimo fermarci ai nostri errori e abbandonarci allo scoraggiamento... Noi viviamo soltanto per la vita, possiamo pensare solo per la verità, sentire e amare solamente per la pienezza della luce. Questo, non è un sogno! Di fronte a questo messaggio, non dovete dire: "E' ricchezza. E' fantasia. E' poesia"... dovete solo dire: "E' Vangelo" cioè, verità netta, annuncio profondamente buono, perché -esso solo- pienamente vero" firmato Don Isidoro Meschi.

Mi affascina quel divieto di "accettare tentazioni contro la speranza" che preclude ogni riflessione. Conta quel che si fa, come ci si comporta, come si agisce, nell'ambito del vivere comune - "non è lecito, abbandonarci alla sfiducia", anche se la Società ci obbliga a valutare i "misfatti" dell'accaduto. Don Lolo ci esorta a "non avere paura delle nostre paure" - i "dubbi" vanno svelati, parlando, discutendo, confrontandoci sena lo sconforto che perseguita i deboli - "abbandonarci ai nostri errori" è sconfortante, è un arrendersi, è un volere non migliorare - "noi viviamo per la vita" e tutto ciò che la vita ci offre, va vissuto con amore. E "pensare unicamente per la verità" - il Vangelo (questo è il mio pensiero) contiene "verità" che a volte mi sembrano irreprensibili, ma, altre volte, stucchevoli o colme di perplessità - poi arriva l'accettazione delle "prove" che, per amare la vita, vanno sempre superate. 

Don Lolo è considerato (da chi l'ha conosciuto - e ci sono anch'io) un Santo, per la sua condotta nell'azione, per il suo modo d'agire, per l'amore alla vita che ha insegnato, per la sua vita che continua Lassù, dove trionfa l'amore. Per il 2026 pensiamo a imitare Don Lolo, con progetti di vita serena. Sarà confortevole per tutti noi, ma pure per gli altri, un miglioramento di rapporti sociali.

Gianluigi Marcora

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