Attualità - 23 dicembre 2025, 17:30

FOTO e VIDEO. PalaGinnastica, lo scatto finale dell’azienda costruttrice: «Ritardi? Al massimo “spiccioli di ore”»

Salvatore Raniolo, titolare e amministratore di Cgm, racconta il cantiere e l’avanzamento dei lavori tra i danni dei ladri e l’odissea dei trasporti eccezionali: «La prossima tappa è la chiusura delle pareti esterni e l’avvio degli impianti. Non posso fallire, ci metto la faccia»

Il cantiere avanza, sotto l'acqua di fine anno, a ritmo serrato. Lì dove per anni lo scheletro dell'ex Palaghiaccio ha rappresentato il simbolo dell'incompiuta per eccellenza di Beata Giuliana, oggi si intravede il traguardo. La trasformazione in Palaginnastica è ormai nella fase decisiva, come ha recentemente specificato anche il sindaco Emanuele Antonelli (LEGGI QUI). A tenere le fila di questa corsa contro il tempo – e contro gli imprevisti – è la Cgm, l'impresa, con sede operativa a Castellanza, guidata dall'amministratore Salvatore Raniolo.

Non è un appalto come gli altri per Raniolo. C'è la tecnica, certo, ma c'è soprattutto il peso della responsabilità verso la propria città, lavorando su un terreno che ha visto naufragare chi ci ha provato prima. «Due società, due fallimenti, poi tutta la storia che conosciamo... quando inizi ti spaventi» confessa l'imprenditore. Ma è proprio l'appartenenza al territorio a fare la differenza: «Noi siamo della zona, fare una brutta figura qui non esiste. Tengo molto, più dell'amministrazione comunale stessa, che questa struttura venga completata. Il rispetto dei tempi e la qualità dei lavori sono fondamentali. I cittadini conoscono l'impresa sul territorio e sono conscio dell'importanza di raggiungere l'obiettivo finale».

Un progetto "sartoriale" e le sfide del sottosuolo

Il PalaGinnastica non è una struttura standard. Nasce da una visione specifica proposta proprio dall'azienda al Comune. «Questo è un progetto Cgm – spiega Raniolo – Quando è uscito il bando di gara del Comune di Busto, abbiamo vinto partecipando come progettisti e impresa esecutrice».

Tuttavia, costruire sul "vecchio" ha comportato sfide ingegneristiche notevoli, che il titolare descrive con un'immagine efficace: «La costruzione che stiamo realizzando parte da uno scheletro esistente, costruito da altri e tutto questo complica i lavori. fai. Ma se nella struttura preesistente e nel sottosuolo hai dei problemi, tutto si complica. Non sai mai quello che trovi fin quando non demolisci. Non puoi capire le armature, i ferri. È un po' complicato, è necessaria un'opera di "scuci e cuci" fra il nuovo e il vecchio».

L'odissea dei trasporti e i furti

Il 2025 è stato un anno complesso, segnato dai raid vandalici di luglio e novembre che hanno costretto l'azienda a rincorrere la tabella di marcia, ma anche da ostacoli burocratici surreali. Raniolo racconta l'odissea per portare in cantiere le enormi travi che reggono la copertura: «Per trasportare queste travi così grandi abbiamo avuto problemi nel trasporto. L'autostrada A8 ci ha bloccato l'accesso, ci hanno demandato alla Pedemontana che però non ha accettato. Abbiamo quindi scelto la Milano-Torino per poi tornare a Busto dalla superstrada della Malpensa: trasporti fuori dal mondo. Abbiamo perso tempo prezioso per le richieste e per le autorizzazioni».

A questo si sono aggiunti i danni dei ladri, che hanno colpito non solo portando via attrezzature, ma danneggiando il lavoro fatto. «I ladri – ricorda Raniolo con amarezza – la prima volta hanno portato via tutti i cavi elettrici, ci hanno creato un danno immane. Abbiamo dovuto cercare i guasti, perché hanno strappato tutto. Non riuscivamo a capire dove potessero essere i problemi, è stato necessario risfilare i cavi e infilare nuovamente».

Il rush finale: «Spiccioli di ore»

Nonostante tutto, la Cgm ha "triplicato le squadre" per riallinearsi. «Siamo quasi allineati, non ancora al 100%, perché non abbiamo avuto un giugno clemente col meteo» ammette Raniolo, ma la struttura è ormai definita. «Stiamo già chiudendo con il policarbonato, la struttura e la copertura esterna e l'ampliamento sono stati fatti. I bagni sono già stati tutti piastrellati. Le parti esterne sono già state pitturate, già con la prima e la seconda mano».

L'obiettivo è chiudere ermeticamente per avviare gli impianti: «Siamo soltanto in attesa di finire la parte esterna con la chiusura del policarbonato per poter accendere il riscaldamento, così iniziano ad asciugare le murature per dare la posa poi ai pavimenti della palestra e della palestrina».

Sulla data di consegna, Raniolo è fiducioso e ridimensiona eventuali slittamenti: «Stiamo facendo di tutto adesso per riallinearci. Siamo molto sicuri che arriviamo, però se dovessimo sforare, non sarebbe sicuramente un ritardo di 6 mesi o un anno: si parla di “spiccioli di ore”, che per un appalto del genere è quasi il minimo».

Il punto tecnico: «Trasparenze e fine lavori ad aprile»

A scendere nei dettagli più tecnici dell'operazione è l'Ingegner Patrizia Fagioli, direttore tecnico di Cgm, che conferma la genesi particolare dell'opera: «È un progetto che parte dall'analisi di un progetto di fattibilità (PFTE) che l'impresa ha deciso di valutare e trasformare in esecutivo».
L'ingegner Fagioli sottolinea l'importanza simbolica del recupero: «Partiamo da un'opera che per anni è stata lasciata in abbandono sul territorio e che ha trovato finalmente una sua nuova identificazione. Diventerà un polo importante dove il Coni potrà svolgere tutte le attività legate alla ginnastica artistica».

Sul fronte dello stato avanzamento lavori, il direttore tecnico precisa le caratteristiche estetiche che renderanno l'edificio riconoscibile: «Siamo arrivati a realizzare le chiusure dell'intero fabbricato. Sono chiusure che hanno un aspetto molto particolare, poiché saranno trasparenti, realizzate in policarbonato e vetro».
Anche Fagioli conferma le difficoltà incontrate: «Stiamo cercando di recuperare i tempi che diversi incidenti di percorso hanno causato, legati ai furti subiti dal cantiere e ai trasporti eccezionali che hanno subito ritardi a causa di permessi autostradali arrivati con poca celerità».
Infine, la data sul calendario. Se l'inizio lavori risale al luglio 2024, per il "taglio del nastro" c'è una data precisa: «La fine lavori è prevista per aprile 2026».

Un'opera che, assicura il costruttore, sarà unica nel suo genere, diversa dai palazzetti standard visti altrove. E c'è una consistente Busto sportiva che attende di entrare nella sua nuova casa.

Giovanni Ferrario

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