«Quanto sta accadendo a Busto Arsizio rappresenta un segnale d’allarme che non può e non deve essere sottovalutato in alcun modo».
Lo dichiarano Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, e Carlo Maccari, coordinatore regionale del partito in Lombardia, dopo che la scritta «Spara a Giorgia», apparsa nei giorni scorsi sulla sede della Lega, è stata replicata nelle ultime ore su quella del Pd.
«La comparsa di scritte che inneggiano alla violenza contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accompagnate da simboli che richiamano le Brigate Rosse, è un atto vile, che ferisce l’intera comunità civile e democratica – affermano –. Siamo di fronte a un rigurgito ideologico preoccupante, che si nutre di odio e intolleranza. Non c’è spazio per la violenza, né fisica né verbale, nel confronto politico di un Paese civile. Queste scritte non sono solo un attacco alla figura della premier, ma rappresentano un tentativo di avvelenare il clima sociale, colpendo indistintamente tutta la politica, a dimostrazione che chi agisce in questo modo è nemico della democrazia stessa e un codardo».
Per i due esponenti di Fdi, «è giunto il momento che tutte le forze politiche si uniscano in un coro unanime di sdegno e, soprattutto, si impegnino concretamente per abbassare i toni del dibattito. Ci aspettiamo che anche le sinistre non coprano questi atti vili».
Il gesto, va detto, è stato subito condannato da segreteria e gruppo consiliare del Pd di Busto.
«Le parole sono pietre e, quando il linguaggio della politica diventa eccessivamente aspro o demonizzante, si corre il rischio di armare la mano di fanatici e nostalgici di ideologie criminali. La nostra totale solidarietà va totalmente e sempre a Giorgia Meloni – concludono Garavaglia e Maccari –. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti e della Digos affinché i responsabili di questi gesti intimidatori vengano individuati al più presto e assicurati alla giustizia. Non permetteremo che la paura o la violenza trovino cittadinanza nei nostri territori; continueremo a difendere il confronto delle idee contro ogni forma di prevaricazione e odio ideologico».