Giacomo Agostini, 15 volte campione del mondo di motociclismo, è stato oggi (13 dicembre) a Busto Arsizio ospite del Moto club Bustese. È in corso infatti al Museo del Tessile la festa del Moto club Bustese che coniuga la passione per le due ruote con la solidarietà (LEGGI QUI).
L’evento infatti è l’occasione per raccogliere fondi a favore della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica e dell’Associazione Triade SOS Autismo, presenti con i propri banchi alla decima edizione della mostra benefica di moto storiche.
La sala dove ha fatto il suo ingresso Agostini era piena di veicoli in esposizione. Il pilota nato a Brescia nel 1942 è stato accolto, insieme alla moglie Maria Ayuso, dai componenti del Moto club, a cominciare dal presidente Giorgio Giani e dal segretario Alfio Crespi, dal sindaco Emanuele Antonelli e dall’assessore allo sport e vicesindaco Luca Folegani, oltre che da tanti tifosi.
L’uomo che ha fatto la storia del motociclismo ha firmato gli autografi: gli appassionati si sono messi in coda per avere la firma del campione su cappellini, libri, caschi, fotografie e altri oggetti. In effetti non capita spesso di poter incontrare un pilota capace di vincere il mondiale per sette anni consecutivi nella classe 500 (dal 1966 al 1972 su MV Agusta) e ancora nel 1975 su Yamaha, e di conquistare altri sette titoli mondiali nella classe 350 (dal 1968 al 1973 su MV.-Agusta e nel 1974 su Yamaha).
All’appuntamento il mito delle due ruote ha portato anche il suo ultimo libro, “Ago. Una vita da Campione” scritto con il giornalista Raffaele Sala. «Racconta quando sono nato – ha detto Agostini - le mie prime gare, le prime difficoltà, le cadute, mio padre che non voleva che corressi (“non firmo la morte di mio figlio” diceva e adesso lo capisco), la mamma che diceva, quando partivo per le gare, “Mi raccomando vai piano. Però vinci”. Le rispondevo che è difficile andare piano e vincere». «Questo libro – ha aggiunto ancora Agostini – è tutta la mia storia».
Insomma, il volume dà modo di conoscere l’uomo oltre al corridore.
Il Moto club bustese
Il sodalizio bustocco è uno dei più longevi d’Italia. «È nato nel 1922 – ha spiegato il direttore sportivo Mauro Quaglia – contiamo 400 soci e 5mila moto».
Perché le due ruote hanno tanto successo? «Perché la moto è la massima espressione dell’individualismo – è il parere di Alfio Crespi – e dell’aggregazione tra appassionati».















