Una cerimonia solenne, carica di significato e di emozione, quella che si è svolta questa mattina, domenica 7 dicembre, nella chiesa di Santa Croce. L'occasione è stata la tradizionale messa in suffragio organizzata dal comitato provinciale dell'Associazione nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, un momento per rinnovare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la Patria e riflettere sul valore fragile della pace.
La funzione, iniziata alle 10.30, è stata officiata da don Antonio Corvi, parroco di Sant'Edoardo, di fronte a un'assemblea attenta che ha visto la partecipazione delle associazioni combattentistiche e d'arma con i loro labari e di numerose autorità. A fare gli onori di casa Sergio Ferrario, storico presidente provinciale dell’Associazione, figura di riferimento per la custodia della memoria cittadina e non.
Nutrita la rappresentanza istituzionale del territorio. Per l'amministrazione comunale di Busto Arsizio erano presenti il vicesindaco Luca Folegani, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora e il consigliere Orazio Tallarida. A testimoniare l'importanza sovracomunale della ricorrenza, hanno partecipato anche il presidente del consiglio comunale di Castellanza, Marco Butti, il capogruppo di maggioranza di Olgiate Olona, Nicola Puddu, e il sindaco di Marnate, Marco Scazzosi.
Significativa anche la presenza delle forze armate e dell'ordine: a fianco del Capitano Fabio Quaglia della caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, a rappresentare l'importante presidio sul territorio, hanno presenziato alla cerimonia il Luogotenente Comandante Francesco Caseri dei Carabinieri di Busto Arsizio e una rappresentanza della Polizia Locale cittadina.
Il richiamo di Sergio Ferrario
Al termine della liturgia, Sergio Ferrario ha preso la parola per un ringraziamento sentito alle istituzioni e ai cittadini intervenuti, sottolineando il valore simbolico della fascia tricolore indossata dai rappresentanti degli enti locali. «Ricordare i caduti e i dispersi in guerra è uno dei nostri compiti fondamentali - ha poi ampliato Ferrario - La nostra forza è la vostra presenza. Una presenza che ci dice che ci siete, non per dire “io sono già a posto così”, ma perché oggi siete usciti dalle vostre case per venire qua ad ascoltare la messa a ricordo di tutti i nostri caduti».
Le parole del vicesindaco Folegani
Particolarmente toccante l'intervento del vicesindaco Luca Folegani, che ha offerto una riflessione profonda sul legame tra memoria storica e attualità, in un momento storico globale segnato da nuove tensioni.
«Il ricordo di chi ha rappresentato un valore per le nostre comunità è un valore da coltivare, sia per le vicende positive, sia per quelle negative e quelle tragiche che sono costate la vita e immani sofferenze - ha affermato Folegani dal pulpito - Ci deve invitare a ricordare e migliorare ciò che di positivo ci ha lasciato il passato, ma soprattutto ad evitare che si ripetano gli errori e gli orrori del passato. Ci deve invitare ad evitare che si ripetano gli sbagli che possono, come accaduto, condurci sull'orlo di un baratro o negli abissi dell'intolleranza e della disumanità».
Il vicesindaco ha poi citato un passaggio di Papa Francesco, quanto mai attuale: «Purtroppo, nei tempi che stiamo vivendo, sembra che il mondo si sia smarrito, abbia smarrito la via della pace e che pochi ricordino le lezioni delle tragedie del Novecento. “Abbiamo sciupato la pace, abbiamo smarrito l’umanità”, recitava Papa Francesco in una preghiera a Maria, chiedendo aiuto perché siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione».
Folegani ha concluso con un monito per le nuove generazioni: «Dimentichiamo troppo in fretta il nostro passato. Giornate commemorative come questa sono fondamentali. Per tutti noi c'è il dovere di trasferire ai nostri figli e nipoti il concetto che gli ottant'anni di pace di cui stiamo godendo sul nostro territorio non sono un diritto acquisito, ma frutto del sacrificio di chi ci ha preceduto. E che questo frutto va onorato e preservato con le nostre azioni in ogni giorno della nostra vita».

L'omaggio al monumento
Dopo la lettura della "Preghiera del Caduto", scandita con commozione dallo stesso Ferrario, la cerimonia si è spostata sul sagrato della chiesa. Qui, di fronte al monumento che ricorda il sacrificio dei soldati, le autorità civili e militari si sono raccolte in un momento di silenzio. Sulle note dell'Inno di Mameli e de "La Leggenda del Piave", cantate dal coro degli Alpini, è stata deposta una corona d'alloro, mentre il suono del "Silenzio" ha chiuso una mattinata di doverosa memoria.















