Busto Arsizio - 07 dicembre 2025, 14:06

VIDEO. Busto Arsizio, a Santa Croce il commosso omaggio ai Caduti e Dispersi in guerra. Folegani: «Abbiamo smarrito l’umanità, onorare il passato per costruire la pace»

Questa mattina, officiata da don Antonio Corvi, la solenne messa voluta dall’Associazione guidata da Sergio Ferrario. Folta rappresentanza di istituzioni, anche dalla Valle Olona, e forze dell'ordine per non dimenticare il sacrificio di chi non è tornato

Una cerimonia solenne, carica di significato e di emozione, quella che si è svolta questa mattina, domenica 7 dicembre, nella chiesa di Santa Croce. L'occasione è stata la tradizionale messa in suffragio organizzata dal comitato provinciale dell'Associazione nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, un momento per rinnovare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la Patria e riflettere sul valore fragile della pace.

La funzione, iniziata alle 10.30, è stata officiata da don Antonio Corvi, parroco di Sant'Edoardo, di fronte a un'assemblea attenta che ha visto la partecipazione delle associazioni combattentistiche e d'arma con i loro labari e di numerose autorità. A fare gli onori di casa Sergio Ferrario, storico presidente provinciale dell’Associazione, figura di riferimento per la custodia della memoria cittadina e non.

Nutrita la rappresentanza istituzionale del territorio. Per l'amministrazione comunale di Busto Arsizio erano presenti il vicesindaco Luca Folegani, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora e il consigliere Orazio Tallarida. A testimoniare l'importanza sovracomunale della ricorrenza, hanno partecipato anche il presidente del consiglio comunale di Castellanza, Marco Butti, il capogruppo di maggioranza di Olgiate Olona, Nicola Puddu, e il sindaco di Marnate, Marco Scazzosi.

Significativa anche la presenza delle forze armate e dell'ordine: a fianco del Capitano Fabio Quaglia della caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, a rappresentare l'importante presidio sul territorio, hanno presenziato alla cerimonia il Luogotenente Comandante Francesco Caseri dei Carabinieri di Busto Arsizio e una rappresentanza della Polizia Locale cittadina.

Il richiamo di Sergio Ferrario
Al termine della liturgia, Sergio Ferrario ha preso la parola per un ringraziamento sentito alle istituzioni e ai cittadini intervenuti, sottolineando il valore simbolico della fascia tricolore indossata dai rappresentanti degli enti locali. «Ricordare i caduti e i dispersi in guerra è uno dei nostri compiti fondamentali - ha poi ampliato Ferrario - La nostra forza è la vostra presenza. Una presenza che ci dice che ci siete, non per dire “io sono già a posto così”, ma perché oggi siete usciti dalle vostre case per venire qua ad ascoltare la messa a ricordo di tutti i nostri caduti».

Le parole del vicesindaco Folegani
Particolarmente toccante l'intervento del vicesindaco Luca Folegani, che ha offerto una riflessione profonda sul legame tra memoria storica e attualità, in un momento storico globale segnato da nuove tensioni.

«Il ricordo di chi ha rappresentato un valore per le nostre comunità è un valore da coltivare, sia per le vicende positive, sia per quelle negative e quelle tragiche che sono costate la vita e immani sofferenze - ha affermato Folegani dal pulpito - Ci deve invitare a ricordare e migliorare ciò che di positivo ci ha lasciato il passato, ma soprattutto ad evitare che si ripetano gli errori e gli orrori del passato. Ci deve invitare ad evitare che si ripetano gli sbagli che possono, come accaduto, condurci sull'orlo di un baratro o negli abissi dell'intolleranza e della disumanità».

Il vicesindaco ha poi citato un passaggio di Papa Francesco, quanto mai attuale: «Purtroppo, nei tempi che stiamo vivendo, sembra che il mondo si sia smarrito, abbia smarrito la via della pace e che pochi ricordino le lezioni delle tragedie del Novecento. “Abbiamo sciupato la pace, abbiamo smarrito l’umanità”, recitava Papa Francesco in una preghiera a Maria, chiedendo aiuto perché siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione».

Folegani ha concluso con un monito per le nuove generazioni: «Dimentichiamo troppo in fretta il nostro passato. Giornate commemorative come questa sono fondamentali. Per tutti noi c'è il dovere di trasferire ai nostri figli e nipoti il concetto che gli ottant'anni di pace di cui stiamo godendo sul nostro territorio non sono un diritto acquisito, ma frutto del sacrificio di chi ci ha preceduto. E che questo frutto va onorato e preservato con le nostre azioni in ogni giorno della nostra vita».

L'omaggio al monumento
Dopo la lettura della "Preghiera del Caduto", scandita con commozione dallo stesso Ferrario, la cerimonia si è spostata sul sagrato della chiesa. Qui, di fronte al monumento che ricorda il sacrificio dei soldati, le autorità civili e militari si sono raccolte in un momento di silenzio. Sulle note dell'Inno di Mameli e de "La Leggenda del Piave", cantate dal coro degli Alpini, è stata deposta una corona d'alloro, mentre il suono del "Silenzio" ha chiuso una mattinata di doverosa memoria.

Giovanni Ferrario

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