“L’unica cosa su cui la maggioranza è compatta è togliere soldi che spettano ai comuni”, lo dicono Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, consiglieri regionali del Pd, dopo l’approvazione di una mozione congiunta Lega-Fdi, frutto della mediazione tra due posizioni diverse presenti in maggioranza fino a qualche giorno fa. “In particolare, Fdi ha fatto due passi indietro rispetto alla sua prima formulazione, dove un punto ci trovava molto d’accordo ed era quello che sosteneva l’attribuzione dell’intera quota di ristorni ai Comuni per il 2026. Nella nuova mozione, invece, l’eccedenza rispetto agli 89 milioni – ovvero la quota minima da attribuire ai Comuni prevista dall’accordo – viene indirizzata al ‘Fondo per lo sviluppo economico, il potenziamento delle infrastrutture e il sostegno dei salari nelle zone di confine italo-elvetiche’, che ha già una sua fonte di finanziamento”, spiegano i dem.
“Noi, a nostra volta, abbiamo depositato una mozione che per regolamento non ha potuto essere abbinata e discussa assieme alle altre, ma rifletteva le analisi fatte da Anci, che ha analizzato il tema e proposto un ordine del giorno che ora andrà al voto nei comuni. Ed è un atto di buon senso perché chiede di promuovere una posizione unitaria in grado di salvaguardare adeguatamente la destinazione ai comuni delle risorse derivanti dai ristorni. Invece, non coinvolgere Anci e nemmeno l’Acif, cioè l’Associazione dei comuni di frontiera, è un errore, una volontà di non ascolto e la dimostrazione di aver già deciso”, aggiungono Astuti e Orsenigo.
“La scelta di non dare ai comuni il surplus dei ristorni 2026 non è un obbligo di legge, anzi, ma una chiara decisione politica del Governo di centrodestra. Questo, dunque, è un passo indietro certificato principalmente dalla Lega, che così dimostra di non essere più il sindacato del territorio di frontiera. Possono ancora ripensarci discutendo la nostra mozione per dire al Governo come destinare questi soldi. E le strade sono due: li diamo ai comuni, che hanno bisogno di queste risorse per garantire i servizi ai cittadini, oppure li facciamo finire in un fondo dove sarà difficile far sentire la voce dei territori”, concludono i consiglieri Pd.




