Una sala affollatissima, un benvenuto carico di entusiasmo al libro "Busto Arsizio - Segni della sua storia" di Giuseppe Pacciarotti. L'opera (LEGGI QUI) è stata presentata nella sede della Famiglia Bustocca, non solo perché è la casa per eccellenza delle radici culturali e sociali di Busto: è stata concepita per offrire un contributo importante di conoscenza ai cittadini e per sostenere il sodalizio.
Dunque un incontro di intenti, un libro edito da Nomos, con una meravigliosa copertina e una pregevole prefazione di Gianni Paganini (Accademia dei Lincei). Anche perché quest'ultima svela subito la forza di quello che non è un viaggio nel passato, ma uno stimolo per il futuro e spiega perché: «In un'epoca globale come la nostra avere conoscenza e cura del luogo in cui viviamo (ambiente, storia e società) non è un rifugio, ma può essere un rimedio e una virtù».
Tutto il pubblico presente, da autorevoli scrittori ad altri appassionati della città e di storia, è stato attentissimo, fin dalla presentazione della Regiù Mariella Toia, al dialogo tra il professor Pacciarotti e la giornalista, direttore de il Bustese, Marilena Lualdi. Ma poi sono intervenute personaggi quali Franco Bertolli (per il quale c'è anche una dedica speciale nel libro) e Luigi Giavini; una domanda cinematografica naturalmente da Paolo Castelli. Un momento di commozione parlando della Pro Patria e ricordando i genitori di Giuseppe Pacciarotti, tifosissimi.
Un dato. Anche i recenti tour dedicati al liberty e a Silvio Gambini sono andati a ruba (LEGGI QUI). Segno che davvero si sta muovendo qualcosa? Che questo desiderio sta crescendo? Così pare, e Giuseppe Pacciarotti ha ribadito come questi "segni della storia" possano chiamare i giovani e anche coloro che si sono trasferiti in città. Ma pure sorprendere chi pensa di sapere molto, se non tutto, su Busto. Il libro si può trovare alla Famiglia Bustocca e si spera possa approdare anche nelle scuole.