Legnano - 28 novembre 2025, 14:40

La casa? sempre meno “abbordabile” anche in provincia: serve aumentare e diversificare la risposta al bisogno di alloggio ma anche di servizi legati all’abitare

Bricocoli (PoliMi): «Lo Spazio 27B modello da replicare per altri immobili pubblici inutilizzati. Da Legnano una buona pratica da valorizzare e far conoscere»

La casa? sempre meno “abbordabile” anche in provincia: serve aumentare e diversificare la risposta al bisogno di alloggio ma anche di servizi legati all’abitare

Anche a Legnano, come in tutte le aree metropolitane italiane, cresce la forbice tra costi abitativi e redditi e la casa diventa un problema sempre più complesso per chi non possiede i requisiti per richiedere una casa popolare e non è in grado di affittare un alloggio ai prezzi di mercato, ovvero si trova in quella fascia “grigia” per cui è carente la disponibilità di alloggi. Se nell’ultimo decennio a Milano i prezzi delle case sono cresciuti di oltre il 50% (ma i redditi medi degli operai solo del 9%) e al tempo stesso gli affitti brevi (tra 1 e 3 anni) sono quasi raddoppiati (passando dal 17 al 30%), anche a Legnano si evidenziano dinamiche che indicano una tensione che va monitorata e gestita. 

Secondo le analisi dell’Osservatorio Casa Abbordabile, con il reddito medio annuo cittadino si riesce a comperare tra i 30 e i 50 mq. Come dire che, se si potesse destinare interamente un anno di stipendio alla casa, in 2 – 3 anni si potrebbe acquistare un appartamento di 100mq. Insomma, i redditi da lavoro sono sempre più insufficienti per coprire la spesa per la casa. Guardando alle domande di “casa popolare” nell’Ambito dei Comuni del Legnanese, si registra nel 2024 una ripresa delle domande (dopo un periodo di calo) ritornate ampiamente sopra le 400. Aumentano le domande di nuclei monopersonali e la quota dei nuclei con redditi sopra la soglia di indigenza (ISEE maggiore di 3.000 euro); mentre la neonata Agenzia dell’Abitare (aperta presso l’URP di corso Magenta) fa registrare accessi in crescita e domande soprattutto da parte di famiglie con redditi ISEE tra i 6 e i 20mila euro.

È stata proprio questa condizione di difficoltà nell’accesso al bene casa il tema di partenza del convegno di martedì 25 novembre nello Spazio 27B “Oltre l’housing sociale: percorsi (im)possibili?”, organizzato dall’amministrazione comunale di Legnano e da Fondazione San Carlo per mettere attorno a un tavolo più soggetti (oltre a Comune di Legnano e Fondazione San Carlo, Aler, Città Metropolitana, Comune di Milano, Piano Sociale di Zona e Azienda So.Le e terzo settore) con competenze sull’argomento dell’abitare per capire a quali soluzioni o progetti, che si affianchino agli alloggi SAP (le cosiddette “case popolari”) e alla coabitazione temporanea, si stia pensando sul territorio metropolitano e lombardo. 

Il messaggio chiave da parte di tutti i relatori è stato quello di unire le forze e creare collaborazioni e sinergie fra tutti gli enti pubblici (Comuni, Regione, Città Metropolitana, Aler, Università, Demanio, ASST e Fondazioni Ospedaliere, ecc.), sia per rimettere in moto il (tanto) patrimonio immobiliare inutilizzato, sia per progettare e realizzare soluzioni abitative che rispondano alle nuove esigenze di abitazione e che possano anche coinvolgere partner privati (enti del terzo settore e non solo). In quest’ottica Massimo Bricocoli, professore del Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, ha sottolineato il carattere innovativo dell’intervento che ha dato vita allo Spazio 27B, dove un bene comunale è stato rigenerato con fondi veicolati da Città 

Metropolitana creando un polo gestito da Fondazione San Carlo e Coop Intrecci che non offre solo alloggi temporanei a studenti, lavoratori e persone con un bisogno temporaneo di Casa, ma che offre un mix di funzioni, , per la socialità (Spazio Incontro Canazza e Terzo Tempo Bistrot), culturali (Biblioteca), formative (ITS Incom) per il quartiere e la città. Quanto accaduto a Legnano, che risulta essere un unicum nell’ambito milanese – ha sottolineato Bricocoli- può diventare un modello replicabile per altri immobili pubblici inutilizzati: a Legnano e altrove.

Dichiara Mario Brambilla, consigliere incaricato per le Politiche abitative: «Dal convegno che, come amministrazione, abbiamo organizzato per fare il punto e immaginare soluzioni al problema casa esce confermata la necessità di affrontarlo con una visione ampia, ma soprattutto di continuare a lavorare in stretta collaborazione con tutti gli attori pubblici e del terzo settore impegnati in questa sfida; una collaborazione che, nella nostra città, ha dato buoni frutti, sia nel ridurre gli alloggi pubblici sfitti (43 nel 2021 e una ventina oggi) sia nel rilanciare la possibilità di usare appartamenti che normalmente non erano rimessi in circolo rapidamente. Per esempio promuovendo le assegnazioni di alloggi allo “stato di fatto” (ossia che necessitano piccole manutenzioni, effettuate da chi riceve la casa), in canone concordato e con durate temporanee». 

L’importanza della collaborazione è stata rimarcata anche da Giorgio Mantoan, consigliere di Città Metropolitana, per il quale la questione casa va affrontata a livello sovracomunale mettendo insieme il patrimonio pubblico inutilizzato e pensando già a preparare progetti da presentare per intercettare finanziamenti attraverso i bandi. «Per questo come Città metropolitana siamo al fianco dei Comuni con determinazione, pronti a costruire insieme soluzioni nuove e coraggiose. Mettiamo in campo competenze professionali ma anche risorse concrete: nel Piano Metropolitano di Ripresa e Resilienza abbiamo previsto interventi specifici sull’housing e il bando dedicato sarà pubblicato nei prossimi giorni».

Collaborazione tra enti pubblici e col Terzo Settore sono la chiave anche delle esperienze portate da Fabio Bottero, Assessore all’Edilizia residenziale pubblica di Milano che ha sottolineato la necessità di rispondere anche a una domanda in profondo cambiamento. Non solo per le tematiche di reddito, ma anche -per esempio- per le tipologie di famiglia. «A Milano -ha ricordato Bottero- oggi il 57% dei nuclei familiari sono composti da una sola persona. Questo richiede un lavoro continuo sul tipo di risposta che diamo. Non basta più la casa intesa come quattro mura ma servono anche servizi per garantire cura e socialità. Serve inoltre dare risposte ai lavoratori che si prendono cura della città: autisti, lavoratori delle società di servizi come l’igiene urbana, autisti o infermieri, docenti, persone che sempre più arrivano nell’area milanese per lavorare e hanno bisogno di una casa». 

Concetti, questi, ribaditi anche dagli interventi dei rappresentanti di ALER, e in particolare da Francesca Russo, Responsabile Unità Operativa Valorizzazione, che ha evidenziato come su un patrimonio di oltre 70mila alloggi nell’Area Metropolitana oggi circa 800 siano assegnati ad associazioni per accogliere le più svariate situazioni di fragilità sociale, mentre si moltiplicano i bandi che aprono a condizioni socio-economiche differenziate sia per redditi sia per condizioni sociali (ad esempio, gli alloggi riservati a padri/madri separati), ma anche al tema dei lavoratori dei servizi del Trasporto Pubblico Locale; tema sul quale ALER sta lavorando proprio per creare bandi ad hoc.

c. s.

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