È arrivata nella giornata odierna una nota del sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, che ha diffuso l’annuncio anche attraverso i propri canali social. Una comunicazione doppia, ufficiale e immediata, per rendere nota una scelta politica che la Giunta definisce "chiara e coerente": l’abbassamento dell’addizionale comunale IRPEF, con l’obiettivo dichiarato di ridurre la pressione fiscale e sostenere le famiglie gallaratesi.
Cassani spiega che la manovra punta a «lasciare più risorse nelle tasche dei cittadini», ricordando come in un momento complesso sia «doveroso favorire lo sviluppo della città». Un taglio alle imposte che l’amministrazione rivendica come elemento identitario della propria linea di governo: meno tasse, più libertà di spesa, un’impronta liberale che il sindaco inserisce in una cornice di responsabilità amministrativa.
La riduzione dell’IRPEF comporta inevitabilmente la revisione degli equilibri di bilancio. Per questo il Comune interverrà su alcuni servizi a domanda individuale, adeguando le compartecipazioni. Cassani sottolinea che si tratta di servizi «non obbligatori e utilizzati solo da una parte della popolazione» e assicura che l’operazione sarà condotta «con equilibrio», senza replicare modelli adottati altrove che, secondo il sindaco, «scaricano costi eccessivi sui cittadini». Anche dopo gli adeguamenti, evidenzia il primo cittadino, «per le fasce più basse le tariffe resteranno comunque inferiori al costo reale dei servizi, diversamente da molte città governate dal centrosinistra».
Il messaggio dell’amministrazione è quello di una riforma improntata all’equità: «Il nostro obiettivo non è tagliare i servizi né penalizzare le famiglie, ma rendere il sistema più equo: chi utilizza un servizio contribuirà un po’ di più, mentre il Comune continuerà a finanziare una parte significativa della spesa». Un’impostazione che secondo Cassani risponde a un principio di giustizia collettiva, evitando «un eccesso di welfare che può diventare assistenzialismo».
Le novità che riguardano la mensa scolastica entreranno in vigore da settembre 2026. Le nuove tariffe prevedono una quota di 4,40 euro per le famiglie con ISEE fino a 10.000 euro, 4,90 euro per quelle con ISEE compreso tra 10.000,01 e 20.000 euro, 5,40 euro per la fascia tra 20.000,01 e 40.000 euro e 6,00 euro per chi supera i 40.000 euro, quest’ultima invariata rispetto al passato. Il sindaco anticipa che alcune famiglie pagheranno qualcosa in più per i buoni pasto, pur restando le nuove cifre al di sotto del costo reale del servizio. Allo stesso tempo, circa 40.000 cittadini godranno di un alleggerimento fiscale immediato con l’inizio del nuovo anno. Cassani insiste sul fatto che i minori introiti derivanti dalla riduzione dell’IRPEF saranno più consistenti degli aumenti previsti dalle nuove tariffe, sottolineando così la scelta dell’amministrazione di «governare bene e allo stesso tempo costare meno ai cittadini, nonostante le narrazioni delle opposizioni».
Il sindaco porta anche un esempio concreto: un contribuente gallaratese con reddito di 25.000 euro risparmierà circa 25 euro rispetto ai residenti di città che applicano l’aliquota massima, come Varese o Milano. Una cifra contenuta ma simbolica, che Cassani interpreta come prova della disponibilità del Comune a ridurre le imposte in controtendenza rispetto al quadro generale: «Gallarate è l’unica città che oggi riduce le tasse».
Per chiarezza, il Comune rende note anche le nuove aliquote dell’addizionale IRPEF: lo 0,70% per i redditi fino a 28.000 euro, lo 0,73% per quelli compresi tra 28.000,01 e 50.000 euro e lo 0,76% per gli imponibili superiori. Si tratta, nelle parole del sindaco, della «concretezza di una visione liberale: meno spesa pubblica e meno tasse, come avviene anche a livello nazionale». Cassani invita infine i cittadini a guardare agli effetti nel tempo: «Quando nel 2026 troverete qualche euro in più nella busta paga, ricordate che si possono realizzare opere, garantire servizi e allo stesso tempo abbassare le imposte. È la strada giusta e Gallarate la sta percorrendo». Amen.




