«Questa proposta di legge è un passo necessario ma non sufficiente ad affrontare davvero il fenomeno, in crescita, del bracconaggio ittico: senza le risorse e gli strumenti indispensabili alle forze dell’ordine per monitorare il territorio, rischia di rimanere una misura bandiera». Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, annunciando il voto favorevole del gruppo di Italia Viva alla proposta di legge sul bracconaggio ittico nelle acque interne.
«Ogni giorno non solo il mare ma i laghi, i fiumi, le lagune e le aree interne salmastre del nostro Paese vengono violentate con reti illegali, addirittura bombe, elettrostorditori o sostanze chimiche. Queste pratiche criminali, che alimentano la rete della criminalità organizzata e del nero, devastano l’ecosistema. Comportano anche rischi seri per la salute dei cittadini, che trovano in tavola prodotti senza alcuna tracciabilità o condizioni di conservazione controllate.
Il bracconaggio ittico è anche una forma di concorrenza sleale subita dai pescatori e dagli imprenditori onesti della filiera, che fanno sempre più fatica a vedere la remuneratività della loro attività. Questa legge è certo un piccolo passo in avanti nel dare organicità nazionale alle norme sanzionatorie per queste pratiche illegali. Ma senza le risorse necessarie a rendere effettivi i controlli sul territorio da parte delle forze dell’ordine e delle autorità preposte, rischia di rimanere un’enunciazione di principio. Vedremo se in legge di bilancio si concluderà qualcosa di più concreto in tal senso», conclude.




