Il Consiglio comunale di Rho ha affrontato il tema della vertenza Freudenberg e ha votato mercoledì 26 novembre all’unanimità una mozione che impegna il Sindaco Andrea Orlandi a fare di tutto per garantire un lavoro ai 41 dipendenti che rischiano il posto e a tutelare la produttività della sede di via Risorgimento 34. In aula, nella parte del pubblico, erano presenti gli esponenti della RSU dell’azienda Adriano Pavani e Giuseppe Monte, di Fillea Cgil, in rappresentanza dei 25 dipendenti a tempo indeterminato, dei 15 interinali e dell’unica persona con contratto a tempo determinato.
La consigliera Clelia La Palomenta ha dato lettura dell’ordine del giorno sul tema della chiusura della sede industriale. “Quando, il 5 novembre, è giunta la notizia degli esuberi, subito noi della maggioranza consigliare abbiamo pensato di dover fare qualcosa per esprimere vicinanza ai 41 lavoratori. Abbiamo condiviso un testo con i gruppi di minoranza, che lo hanno prontamente accettato e integrato. Ora siamo qui, compatti, a condividerlo con la cittadinanza”.
Il testo ricorda la vicenda. La multinazionale tedesca da quasi 12 miliardi di fatturato ha comunicato la decisione di chiudere il sito di via Risorgimento: “Tale decisione risulta correlata a scelte strategiche dell’azienda dovute alla situazione internazionale e geopolitica, alla crescita inflazionistica del costo di materie prime ed energia, al mutamento mercati di riferimento fino ai dazi imposti dal governo degli Stati Uniti. La multinazionale ha manifestato la volontà di delocalizzare in Stati Uniti e Slovacchia per ridurre i costi e aggirare i dazi. La comunicazione di cessazione della produzione e l’annuncio della procedura di licenziamento collettivo sono giunti inaspettati considerando che l’azienda aveva appena distribuito premi di produttività, effettuato nuove assunzioni e nuovi investimenti e aveva commesse che consentivano lavoro a pieno regime”.
Il testo ricorda i due incontri organizzati in Assolombarda tra azienda e sindacati, che si sono conclusi purtroppo con un nulla di fatto: “A quanto risulta, l’azienda non sta attraversando alcuna fase di crisi, allo stato attuale non esistono misure specifiche per tutelare i lavoratori che il 17 novembre hanno organizzato uno sciopero di 8 ore e un presidio di protesta davanti ai cancelli per opporsi alla decisione della multinazionale. Il sindacato ritiene la scelta inaccettabile e priva delle giustificazioni industriali in quanto si chiude il sito di Rho non per affrontare una crisi ma per aggirare gli effetti dei dazi e mantenere più alti profitti”.
Il 18 novembre il Consiglio regionale ha approvato una mozione bipartisan per impegnare la giunta regionale ad attivare un tavolo di crisi che vede coinvolti azienda, organizzazioni sindacali e il Comune di Rho e porre in essere ogni azione utile a scongiurare la chiusura. Il 20 novembre, la quarta Commissione attività produttive del Consiglio regionale della Lombardia ha ascoltato in audizione i dirigenti dell’azienda, i sindacati e i rappresentanti di Comune di Rho e Città metropolitana di Milano. Regione Lombardia si è impegnata ad aprire un tavolo per verificare le condizioni per mantenere una attività produttiva sul sito di Rho; Città metropolitana di Milano a fornire supporto per un eventuale ricollocamento tramite Afol.
Ecco il testo della mozione: “Il Consiglio comunale di Rho esprime vicinanza ai lavoratori coinvolti nella chiusura e alle loro famiglie. Impegna il Sindaco a farsi promotore presso tutti gli organi preposti per attivarsi con i dirigenti della Freudenberg affinché vengano attuate politiche efficaci per tutelare lavoro e dignità dei 41 lavoratori e si possa salvaguardare l’operatività di questa realtà produttiva, scongiurando la chiusura. Infine, impegna il Sindaco a monitorare costantemente l’evoluzione della situazione".
Per i gruppi di maggioranza è intervenuto Roberto Bellofiore, capogruppo Pd: “Ringrazio i capigruppo che hanno accolto questa mozione in via urgente. L’Odg è esaustivo. Questa è una multinazionale che pone come motivo oggettivo di delocalizzazione e licenziamento collettivo il tema dei dazi, sulla base dell’accordo con gli Stati Uniti che rappresentanti del Governo hanno valutato positivamente. A Rho il tema dazi si fa importante. Siamo consapevoli che il perimetro di azione del Comune è limitato, occorre mantenere alta l’attenzione, a tutela dei lavoratori. Si dà mandato pieno al Sindaco di portare ai tavoli le istanze che stiamo esprimendo questa sera per scongiurare la chiusura, tutelare la dignità delle persone e delle loro famiglie. L’azienda non è in difficoltà, dobbiamo essere compatti a contrastare questa scelta”.
Andrea Recalcati, capogruppo di FdI, ha parlato a nome della minoranza: “Non è una crisi aziendale ma una situazione che preoccupa tutti. Se da un lato uno degli obiettivi deve essere quello di salvare il capitale umano dei lavoratori a rischio, dall’altro si deve fare in modo che il territorio rimanga produttivo e competitivo. In Consiglio regionale è stata votata all’unanimità una mozione sottoscritta da tutti i gruppi consigliari e Regione ha audito le parti in Commissione attività produttive, dunque il tema è già arrivato a un tavolo molto più alto di quello cittadino, alle istituzioni che concretamente possono intervenire. Quello che andiamo a votare è un atto di natura simbolica, ma è importante per far vedere che siamo compatti e che Rho c’è al fianco dei lavoratori e degli imprenditori che in quell’area vorranno investire. Il tema dei dazi non è esclusivo, fra l’altro Freudenberg delocalizza in Slovacchia, ugualmente membro dell’Unione europea. Diamo mandato al Sindaco di rappresentarci per salvare i dipendenti dal licenziamento e non far perdere attrattività al territorio”.
Prima del voto unanime si è espresso anche il sindaco Andrea Orlandi: “Freudenberg ha avuto a fine 2024 un utile netto pari a 1,3 miliardi di euro. L’azienda ha dichiarato 4 motivi, tutti fattori non locali: materie prime, energia, costi di trasporto e dazi. Leve non manovrabili da noi, ma connesse a politiche industriali del sistema Paese che possono avere ricadute in un contesto fortemente attrattivo. Via Risorgimento non è in decadimento, ha strutture che accedono a trasporto su gomma e su ferro, è a mezz’ora da un aeroporto e vicina a un contesto di grande innovazione, con MIND e Fiera Milano. I dipendenti stavano lavorando su tre turni, si aspettavano di essere convocati per ricevere la richiesta di rinunciare alle ferie di Natale visto il numero di commesse. Le modalità di azione, dunque, non sono coerenti con le premesse. E aprono al rischio di pesanti ripercussioni. Una mozione votata all’unanimità dà forza a qualsiasi azione, seppur piccola: l’intera città chiede di intervenire, di non accettare che il capannone chiuda e spenga le luci; che l’azienda si faccia parte attiva e mantenga la produzione; che i 41 lavoratori vengano ricollocati (26 di loro appartengono a categorie difficilmente ricollocabili per fattori anagrafici e condizioni soggettive); di insistere, nel caso quanto auspicato fallisca, su ammortizzatori sociali per un accompagnamento reddituale. Il Comune di Rho starà al fianco dei lavoratori, finché anche solo uno di loro non avrà trovato sbocco. Sono persone che non chiedono soldi ma lavoro, un futuro dignitoso per loro e le loro famiglie”.
La mozione è passata con 22 voti favorevoli su 22 votanti.




