L’81esimo episodio del format “Caffè scorretto” del sindaco Andrea Cassani, andato in onda lunedì 24 novembre, non poteva che aprirsi con un riferimento ai tragici fatti avvenuti all’alba di venerdì 21 novembre in via Pegoraro. Parole nette, pronunciate mentre Gallarate stenta ancora a metabolizzare quanto accaduto a una donna di 53 anni, colpita al volto e trascinata in un parcheggio mentre si recava al lavoro. L’aggressione, ricostruita sin dalle prime ore grazie alle indagini serrate dei Carabinieri della Compagnia cittadina, ha scosso una comunità che proprio in questi giorni si prepara a celebrare il 25 novembre, caricando questa ricorrenza di un peso ulteriore, dolorosamente concreto.
Nel suo appuntamento settimanale Cassani ha riletto l’accaduto in un clima politico già acceso, citando il film “Minority Report” per ribadire che «nessuno può prevenire un’aggressione improvvisa», criticando i “benpensanti” che, a suo dire, proteggerebbero gli immigrati e accuserebbero la destra di un fallimento sul fronte sicurezza. Una risposta diretta al comunicato diffuso dal Partito Democratico di Gallarate, che punta invece il dito contro «il totale fallimento delle politiche di sicurezza» dell’amministrazione, accusata di aver sostituito la concretezza con la retorica. La contrapposizione, già evidente, si è intensificata nel corso della giornata con l’uscita del reel pubblicato intorno alle 17 dal primo cittadino, dove il focus si sposta proprio sulla Giornata del 25 novembre e sulla reazione timida che secondo Cassani accompagnerebbe spesso il dibattito pubblico quando si tratta di violenza sulle donne.
La vicenda giudiziaria si è definita nelle stesse ore. Il Gip di Busto Arsizio, Gianmarco Cantalini, ha convalidato il fermo del 35enne gambiano arrestato poche ore dopo l’aggressione. L’uomo, in Italia da undici anni, disoccupato e mantenuto dalla compagna, ha confermato l’intera confessione già resa al pubblico ministero Roberto Bonfanti, dichiarando di non sapersi spiegare il proprio gesto e di aver ceduto a «un impulso incontrollato». Viveva con la compagna e tre figli piccoli. Il difensore non ha chiesto misure alternative alla detenzione, mentre è allo studio un percorso risarcitorio. L’indagato si trova oggi nel carcere di Busto Arsizio.
La risonanza politica del caso è stata immediata. Cassani, nelle sue prime dichiarazioni ufficiali, ha espresso gratitudine ai Carabinieri e ribadito che «non è razzismo ma statistica» ricordando come, a suo dire, oltre metà dei reati violenti in Italia sia commessa da cittadini stranieri. Un’affermazione che ha riacceso tensioni mai sopite e che il sindaco collega direttamente ai temi della remigrazione, già discussi negli scorsi mesi durante un incontro al Teatro Condominio che fa tutt’ora discutere. Nel frattempo, dalla diretta del “Caffè scorretto”, qualcuno ha ricordato al sindaco la manifestazione annunciata dal Comitato Remigrazione e Riconquista per domenica 30 novembre in piazza Libertà, una protesta che intende «ripristinare controlli reali sui flussi e difendere la nostra identità», citando proprio l’aggressione di via Pegoraro come prova della necessità di un cambio di rotta. Cassani ha risposto sottolineando che «per me la remigrazione è che chi delinque sul nostro territorio venga rispedito al proprio Paese», marcando così un ulteriore elemento di separazione rispetto a chi, come il PD, denuncia una «strumentalizzazione politica» dell’accaduto.
Alle parole del sindaco si sono affiancate venerdì quelle dell’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso, segretaria cittadina di Fratelli d’Italia, che ha parlato di una vicenda «di una ferocia che lascia un segno profondo», ribadendo la necessità di una presenza costante delle forze dell’ordine e di un territorio che sappia reagire con fermezza. Il vicesindaco di Forza Italia, Rocco Longobardi, domenica ha voluto ricordare che Gallarate è una città «attenta e capace di reagire con unità», invitando a non minimizzare ma neppure a strumentalizzare l’accaduto, mentre esprimeva la massima vicinanza alla vittima e gratitudine verso le forze dell’ordine. Una pluralità di voci che testimonia quanto l’episodio abbia superato i confini della cronaca, diventando un punto di frattura nel dibattito politico locale.
L’aggressione di via Pegoraro, ricostruita dai Carabinieri grazie alle immagini della videosorveglianza e alle testimonianze, resta una ferita aperta. La vicenda rimette al centro un tema che il 25 novembre richiama ogni anno con forza: la violenza sulle donne non è un concetto astratto, ma un’urgenza continua che riguarda i luoghi, le comunità e le istituzioni.
A Gallarate la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne trova una cornice particolarmente carica di significato. Alla Croce Rossa, alle 20.30, si terrà un incontro di riflessione e testimonianza sul percorso di rinascita di chi trova il coraggio di denunciare, cui seguirà l’inaugurazione della nuova Panchina Rossa, simbolo ormai radicato di memoria e impegno civile. Nella Sala Martignoni, dalle 19 alle 22, un evento promosso dallo Studio Professionale di Psicoterapia, con il patrocinio del Comune e dell’Ordine degli Psicologi e sostenuto dal Leo Club, offrirà un percorso fatto di testimonianze di chi affronta quotidianamente, sul piano professionale e umano, la complessità della violenza di genere.




