Un furto o un atto di vandalismo insensato? O entrambe le ipotesi? Certo è solo il desolante scenario apparso davanti agli occhi del personale scolastico e delle forze dell'ordine dopo il raid notturno nei tre plessi scolastici di Busto: le attigue scuole elementari Rossi e medie Parini a Borsano, e le scuole Galilei a Sacconago (LEGGI QUI).
La dinamica e i danni
In prima battuta si è pensato a un furto. L'azione, avvenuta presumibilmente intorno alle 5 del mattino, è stata caratterizzata però da una violenza sulle cose sproporzionata rispetto a quanto - poco o nulla - è stato effettivamente sottratto. Le immagini scattate all'interno degli istituti raccontano di una furia cieca: porte blindate letteralmente scardinate dai muri, maniglioni antipanico divelti e gettati a terra, armadietti metallici aperti, buchi nei pannelli delle porte interne e materiale didattico sparso ovunque.
Nelle aule e negli uffici, i cassetti sono stati rovesciati sui pavimenti, tra cappotti e tastiere calpestate, nel tentativo confuso di trovare qualcosa di valore.
Il "non-bottino" e l'ipotesi del vandalismo
Ciò che rende l'episodio «incomprensibile», come definito da chi indaga, è la scelta della refurtiva. «Non abbiamo soldi, non abbiamo nulla nella scuola» ha commentato con amarezza il personale scolastico presente sul posto.
Nonostante il caos generato, i responsabili sembrano aver agito senza una logica predatoria precisa, seppur, alle Parini (dove manca però un impianto di antifurto e di videosorveglianza), abbiano divelto, con l'utilizzo di un trapano, la porta blindata della stanza in cui sono contenuti computer di ultima generazione e che quindi potevano essere ritenuti l'obiettivo del colpo. «C'è l'aula di informatica dove ci sono tutti i Chromebook, ma non li hanno toccati nonostante siano riusciti a entrare» ha confermato una delle collaboratrici della dirigente scolastica, aggiungendo un dettaglio surreale: «Ci hanno portato via un pc obsoleto contenuto in un'altra aula, invece di prendere materiale di maggior valore».
Gli intrusi hanno ignorato le attrezzature nuove, preferendo accanirsi sugli arredi o sottrarre materiale destinato alla discarica, oltre ad aver imbrattato alcuni locali con liquidi e cibo trovati in loco. Sempre all'interno delle Parini, hanno aperto, senza un apparente senso, una serie di armadietti in cui sono contenuti indumenti e libri dei ragazzi, lasciando a terra di tutto. Hanno anche preso uno degli zaini trovati e l'hanno infilato nel cassetto di una cattedra normalmente utilizzato dal personale ausiliario.
Le tracce di sangue e le indagini
Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Busto Arsizio. L'indagine potrebbe arrivare a una svolta rapida grazie agli errori commessi dagli autori del gesto. In diversi punti delle scuole, in particolare vicino agli accessi forzati e sugli armadietti, sono state rinvenute evidenti macchie di sangue.
«Magari iniziando col rompere i vetri o forzando le porte si sono tagliati» ha ipotizzato uno degli agenti intervenuti durante il sopralluogo. Proprio per la presenza di tracce ematiche, sul posto è poi arrivata anche la Polizia Scientifica che ha proceduto alla campionatura delle piccole chiazze, elemento che potrebbe permettere di dare un nome e un volto ai responsabili.
L'allarme alle Galilei
A interrompere l'azione criminale, che sembra aver seguito un percorso "a tappe" tra i vari plessi, è stato probabilmente il sistema di sicurezza delle scuole Galilei, verso le 5.20. Qui l'allarme è scattato, mettendo forse in fuga la banda prima che potesse completare l'opera, anche se il disordine lasciato alle spalle resta ingente.
Mentre si procede alla conta dei danni strutturali – ben più costosi del valore della merce rubata – resta lo sconcerto per un gesto che sembra mirare più a ferire l'istituzione che a trarne profitto. Disagi relativi per i bambini, che, quasi tutti, hanno potuto svolgere il normale programma scolastico previsto per la giornata.




















