«A volte basta che qualcuno creda in te perché tutto cambi». Claudio Fantinati lo dice con la calma di chi ogni giorno vede negli occhi dei ragazzi la possibilità concreta di una rinascita. A Busto Arsizio, Portofranco non è solo un servizio: è un luogo in cui lo studio diventa occasione di riscatto umano. E oggi, dopo anni di attività, quell’esperienza informale si è trasformata in una realtà solida, riconosciuta e strutturata.
Il passo è di quelli che cambiano la storia di un progetto. «Fino a qualche mese fa eravamo solo un gruppo di amici», racconta Claudio Fantinati. «Ora Portofranco Busto Arsizio è un’associazione con personalità giuridica, affiliata ufficialmente a Portofranco Italia».
Una realtà che si consolida
Portofranco esiste a Busto Arsizio da circa dieci anni, ma è oggi che la sua identità diventa solida e riconoscibile. Con la firma dello statuto e l’affiliazione alla realtà nazionale, l’associazione assume un nuovo profilo organizzativo e istituzionale.
A guidare la struttura ci sono la presidente Livia Sardi, il vicepresidente Claudio Fantinati e la tesoriera Angela Bollino, un trio che ha scelto di mettere competenze ed energia al servizio degli studenti.
Venti volontari e sempre più studenti
La nuova veste giuridica arriva mentre la comunità cresce. Oggi Portofranco conta una ventina di volontari - tra insegnanti, pensionati e professionisti - che seguono circa trenta studenti. Entro la fine dell’anno, però, i ragazzi potrebbero diventare una cinquantina.
Provengono da licei e istituti tecnici di Busto Arsizio e dei comuni vicini, dalla Valle Olona e oltre. Le attività si svolgono all’oratorio San Luigi, ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18, rivolte esclusivamente a giovani delle scuole superiori dai 16 anni in su.
Il successo non si misura solo nei voti
Fantinati lo dice con orgoglio: «Nell’80-90% dei casi gli studenti recuperano». Ma la vera rivoluzione non sta nelle pagelle. «Il cambiamento è umano. Alcuni dei ragazzi che abbiamo seguito oggi lavorano, hanno una famiglia. È importante che qualcuno si prenda cura di loro, che sentano di essere trattati da uomini».
Portofranco è questo: un luogo in cui lo studio diventa un ponte verso qualcosa di più grande, fatto di fiducia e dignità.
Un appello urgente alla città
La crescita della realtà richiede nuove forze. Per questo l’associazione lancia un appello a chi desidera mettersi in gioco, soprattutto nelle materie scientifiche e nell’italiano per stranieri. Basta presentarsi in oratorio negli orari di attività: ogni disponibilità è preziosa.
Gran parte degli studenti proviene dal Nord Africa - Marocco, Tunisia, Egitto - ma non mancano giovani di Perù, Ecuador e, negli anni passati, Pakistan. Una pluralità che chiede ascolto, presenza e competenze.
La legalità come punto di ripartenza
Con la sua nuova veste giuridica, Portofranco non cambia solo nome: cambia prospettiva. Diventa una presenza riconosciuta, stabile, capace di dialogare con le istituzioni e sostenere ancora meglio i ragazzi che rischiano di restare indietro.
Una casa fatta di volontari, studio e relazioni autentiche, dove ogni pomeriggio qualcuno scopre che il futuro, se accompagnato, può ancora sorprendere.




