«È una ferma presa di posizione da parte della città». L’assessore ai Servizi sociali di Busto, Paola Reguzzoni, sintetizza così in conferenza stampa il senso di “La bellezza del coraggio 2025”, un programma di iniziative che ruota intorno al 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, più ampio del passato quanto a numero di eventi e lunghezza del calendario. «Prima o poi arriveremo a coprire tutto l’anno» rincara l’esponente di Giunta, sottolineando come l’innesto della Procura nella rete organizzativa composta da associazioni e Comune rappresenti un valore aggiunto: «Da lì, dalla Procura arrivano molte storie di cui dobbiamo occuparci».
Quali storie? Quelle di violenza e sopruso che Cinzia Di Pilla, coordinatrice di Eva Odv, traduce in numeri, con tanto di focus, allarmante, sui ragazzini: «Nel 2025 finora abbiamo registrato 210 accessi ai quali si aggiungono 140 casi ancora aperti dagli anni precedenti, per procedimenti penali non conclusi. Dalla “mappatura nazionale” riconducibile al numero 1522 arrivano 37 utenti, altre dalle segnalazioni di Forze dell’ordine e Servizi sociali. Il senso di rete, va detto, adesso si avverte. L’età delle donne è molto varia, la meno giovane è del ’46, la più piccola ha appena 13 anni. Sta emergendo in modo evidente, fra le giovanissime, ne seguiamo 18 sotto i 20 anni, il fenomeno dei maltrattamenti dai pari età, uno stalking esasperato che passa spesso dai telefoni, incluso il controllo ossessivo dei dispositivi. La nazionalità? Prevalentemente italiana».
«Da certi punti di vista è un dato scoraggiante – il commento di Paola Reguzzoni - c’è una frontiera da sfondare. Perché ci sono culture in cui non è previsto che la donna possa dire: così non va bene. Sarebbe importante che le comunità degli stranieri presenti a Busto partecipassero a queste iniziative».
Iniziative che, ribadisce la presidente di Eva Odv, Emilia Barni, «…vogliono essere segno concreto di vicinanza alle donne che hanno subito o vivono situazioni di violenza. Vogliamo lanciare un messaggio di speranza e cambiamento».
Carrellata affidata alla coordinatrice del calendario, Maby Kubicek, ringraziata dall’assessore con parole, applaudite, che sono andate molto oltre i discorsi di circostanza.
Il team promotore è composto da Comune, Eva Odv, Amnesty International e Edera Odv. Filo conduttore è “Perfect union”, opera dell'artista Manuela Carnini, alias Fridami, che parla di rinascita e riscatto.
Il 19 novembre alle 17.30, al Tribunale di Busto, inaugurazione di una personale dell’artista (ovviamente l’esposizione comprende “Perfect union”). Al vernissage seguirà una tavola rotonda.
Il 23 novembre, in viale Piemonte, alle 11.30, cerimonia con nuovi innesti nella lunga istallazione “Donne al muro”. Tra le creazioni di artisti emergenti e altri affermati, ci sarà anche il lavoro (foto sottostante) degli utenti del Cdd Belotti Pensa, fra sangue e bellezza. «Al buio si illuminerà – è stato specificato in conferenza stampa – a simboleggiare che l’amore continua a vivere».
In programma un flash mob con il Centro Arte Danza (si potrà partecipare anche preparandosi, le pagine facebook e instagram di Edera Odv daranno la possibilità di scaricare un file apposta).
Il 25 e 26 novembre “Diciamo sì al rispetto” ai Molini Marzoli, evento dedicato agli studenti delle superiori curato da Eva Odv.
Il 27 novembre alle 21, presentazione del libro “Figli di nessuno”. Con l’autore Pasquale Guadagno, figlio di una vittima di violenza, ci sarà Sabrina Di Taranto, magistrato al Tribunale dei Minori. L’evento si avvale della collaborazione della casa editrice Dalle Libraie.
Il 29, al Teatro Sant’Anna, la compagnia filodrammatica Paolo Ferrari presenta “Shakespeare: dagli occhi delle donne”. Entrata a offerta libera e ricavato al centro antiviolenza Eva Odv.
Il 30 novembre, alle 19, alla Pro Busto, apericena e Galà di musica (in questo caso è gradita la prenotazione ma la partecipazione, come per tutti gli eventi, è gratuita) con consegna del premio “Echidonna 2025”. Il riconoscimento della rivista Echiliberi serve a «…dare visibilità a chi, nel silenzio, fa grandi cose, a donne che svolgono un lavoro prezioso, noto agli addetti ai lavori ma, magari, non alla comunità».