Con la legge di Bilancio 2026 la Conferenza delle Regioni ha chiesto la compartecipazione a tutte le entrate dello Stato, comprese quelle derivanti dal gioco d’azzardo, senza che vi sia alcun vincolo di destinazione. Questo significa che le entrate eventualmente ricevute potrebbero non essere utilizzate per la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo, ma per qualsiasi finalità, diventando così una fonte di finanziamento dei bilanci regionali. “Ma così facendo, ridurre l’azzardo sui territori significherebbe ridurre le entrate regionali, rendendo di fatto incompatibili le politiche di tutela della salute e di contrasto alle dipendenze con gli interessi di bilancio”, commenta Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd, analizzando la paradossale situazione che si sta creando.
“È un problema già presente a livello statale, come evidenziano anche numerose associazioni ed enti del terzo settore impegnati sul tema del contrasto al gioco, dove si fatica a promuovere misure restrittive anche a causa del peso delle entrate erariali che, nel 2022, hanno raggiunto gli 11,2 miliardi di euro con una raccolta di 136 miliardi e risultano in continuo aumento negli anni successivi. Ad esempio, nel 2024 la raccolta è salita a 156 miliardi con un conseguente aumento del gettito fiscale. E se l’obiettivo è quello di mantenere costante quest’ultimo, si finisce con il favorire l’offerta di azzardo, anziché mettere al primo posto la salute, la coesione sociale e la sicurezza pubblica”, insiste il dem.
Nel 2024 è stato effettuato il riordino del settore dei giochi online, accolto con preoccupazione da chi si occupa del contrasto al gioco d’azzardo patologico, in quanto si ritiene possa avere conseguenze negative sulla legalità e sulla tutela degli utenti. “Ora si deve affrontare il riordino del gioco fisico, che prevede la definizione di un’intesa programmatica tra Stato, Regioni ed enti locali e purtroppo la proposta presentata dal Ministero dell’Economia, a fine ottobre, a Regioni e Comuni è la revisione del cosiddetto ‘distanziometro’, ovvero la possibilità di imporre limitazioni agli orari di apertura e distanze minime agli esercizi rispetto a luoghi considerati sensibili come scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi, centri anziani”, ricorda Astuti.
“Gli enti locali, sui quali ricadono i costi sociali ed economici dell’azzardo, vogliono regole più severe per ridurre l’offerta. E con questi provvedimenti è chiaro che tutto risulta compromesso. Per dare una dimensione del fenomeno, dal ‘Libro Blu 2022’, pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, risulta che in Lombardia ci sia stato un aumento del 41,83% rispetto al 2020 e si sia passati dai 7 ai 12 miliardi di euro. Soprattutto emerge che oltre il 30% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni ha giocato del denaro almeno una volta, con un aumento dei giocatori e dei profili a rischio tra gli studenti lombardi. E infatti dalla Relazione sullo stato d’attuazione delle norme sul gioco d’azzardo appare chiaro che i risultati siano stati molto deboli, soprattutto sono stati raggiunti molto poco i ragazzi”, sottolinea il consigliere Pd.
“Un’indagine analoga di Confcommercio dimostra che la crescita online è sostenuta dai cosiddetti Punti vendita ricariche che non hanno un albo pubblico e sono difficilmente controllabili, con un forte rischio di riciclaggio. Per questo, dal nostro punto di vista servono piuttosto l’istituzione di un fondo nazionale per le ludopatie per finanziare prevenzione e formazione, una legislazione urgente per la riduzione dell’offerta e del rischio, il ripristino dell’Osservatorio nazionale, campagne informative, il controllo di eventuali forme di aggiramento del divieto di pubblicità, il riordino e la semplificazione della normativa a livello nazionale, misure da parte di Regione Lombardia a supporto dei Comuni nell’esercizio delle azioni di controllo”, elenca il dem.
“Ma prima di tutto chiediamo a Regione Lombardia di rinunciare alla proposta di compartecipazione al gettito e di chiedere al Governo di adottare al più presto una legge organica di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Ci auguriamo quindi che la Giunta decida di portare la sua voce in Conferenza Stato Regioni invitando proprio a non seguire questa strada”, conclude Astuti.




