Geasc, la polemica continua. Dopo l'intervento di lista Fagnano Tricolore (LEGGI QUI) sull’azienda speciale del Comune di Fagnano Olona risponde l'assessore Simona Michelon con una lettera.
Verità e responsabilità: la politica che conosce la legge non si fa intimidire
Negli ultimi mesi si è assistito a un crescendo di accuse, insinuazioni e attacchi personali rivolti contro l’assessore alla Pubblica Istruzione e alla gestione di GEASC. Un attacco che, per intensità e qualità, dice molto di più su chi lo compie che non su chi lo riceve.
E allora è bene parlar chiaro.
Perché i cittadini non meritano teatro.
E perché la politica, quando parla di servizi pubblici, deve essere all’altezza dei fatti, non delle fantasie.
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Un affondo:
La riorganizzazione di GEASC non è una scelta: è un obbligo di legge
La trasformazione di GEASC nasce da un dato incontrovertibile: il Decreto Legislativo n. 201 del 23 dicembre 2022, conosciuto come Decreto Draghi sui servizi pubblici locali.
Una norma che ha ridisegnato il perimetro dei servizi gestibili da un’azienda speciale e che ha introdotto un principio inderogabile:
I servizi pubblici locali affidati a un soggetto gestore devono essere svolti direttamente dal soggetto affidatario.
(art. 14, D.Lgs. 201/2022)
Lo stesso articolo precisa che:
Il sub-affidamento è consentito esclusivamente per attività meramente strumentali e non per il servizio principale.
E ciò significa una sola cosa, chiara come la luce del sole:
i servizi che GEASC non può gestire direttamente, secondo la nuova normativa, non possono più restare in capo a GEASC.
Questo non è negoziabile, non è discutibile, non è politicizzabile.
È la legge dello Stato.
Chi oggi finge di non saperlo – o lo nasconde deliberatamente – fa un danno non all’assessore, ma ai cittadini.
Il bilancio negativo non è un fallimento: è un passaggio tecnico sopportabile durante le riorganizzazioni
Il primo bilancio consuntivo post-riforma ha registrato un disavanzo di 25.000 euro, al lordo imposte.
Le minoranze hanno trasformato il fatto in uno spettacolo da prima pagina: incompetenza, dimissioni, scandalo.
La verità?
Quel dato è fisiologico in qualunque fase di riassetto profondo.
Ed è stato utile: perché ha permesso di correggere tariffe e importi definiti negli anni passati, non più compatibili con la nuova cornice normativa.
È così che si governa:
si analizzano i numeri, si interpretano, si corregge la rotta.
Non si urla ai microfoni.
Chi ha preferito urlare lo ha fatto per un motivo semplice:
la realtà non era abbastanza utile alla propria propaganda.
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Basta usare i dati come armi politiche: non è opposizione, è irresponsabilità
L’opposizione ha scelto la via più bassa: attaccare la persona.
Non il merito.
Non la complessità.
Non la legge.
E, soprattutto, lo ha fatto sapendo di usare dati parziali, talvolta persino ammessi come incompleti dagli stessi consiglieri di minoranza in Consiglio Comunale.
Non è opposizione: è aggressione.
Non è vigilanza democratica: è cattiva politica.
Non è dibattito: è tentativo di intimidazione.
E sia chiaro:
a me le intimidazioni non hanno mai fatto troppa paura, un po' sì ma non troppa.
Dal 2026 GEASC gestirà tre servizi. E sarà una scelta nel solco della legge e del buon governo
La riformulazione dei servizi è un percorso dovuto, non opzionale.
A partire dal 2025/6 GEASC si occuperà di:
- TARI,
- Nido,
- Farmacia comunale.
Tre servizi strategici, sostenibili e coerenti con la normativa nazionale.
Il nostro lavoro oggi è valutare come garantire la miglior qualità possibile per:
- i cittadini che utilizzano i servizi,
- i cittadini che non li utilizzano ma li finanziano,
- e l’intera comunità che ha diritto a servizi pubblici efficienti, solidi e legittimi.
Questa valutazione la stiamo facendo insieme: CDA, Direzione Generale, assessorato.
Non esistono fronti interni: esiste un’amministrazione che lavora.
Perché tanto accanimento? Perché questa violenza verbale?
Una domanda sorge spontanea.
Perché attaccare sempre e solo l’assessore?
Perché trasformare una riforma tecnica in una battaglia personale?
La risposta è semplice:
quando le idee mancano, si attacca chi lavora.
E quando si ha paura del cambiamento, si tenta di fermare chi lo guida.
Ma c’è una cosa che chi mi attacca ancora non ha capito:
non esiste attacco in grado di farmi arretrare.
Non esiste insulto in grado di farmi tacere.
Non esiste pressione politica in grado di farmi rinunciare al mio mandato.
Non ci fermerete. Perché governare significa avere coraggio.
Porterò avanti il mio lavoro fino all’ultimo giorno.
Completerò – o lascerò in stato avanzato – la riforma di GEASC, così che chi arriverà dopo possa trovare una struttura più solida, più trasparente, più sostenibile.
E, forse, potrà lavorare senza doversi sentire dare dell’incompetente ogni volta che fa ciò che la legge impone e il buon governo richiede.
E ora una domanda ai cittadini. Una domanda semplice, ma decisiva.
Dopo tutto questo, dopo aver visto la qualità del dibattito, delle accuse, dei toni e delle invenzioni, io vi chiedo:
Voi cittadini, davvero vi fidate di chi parla così?
Davvero pensate che questa sia politica?
Davvero credete che la cosa pubblica possa essere ridotta a un’esibizione di aggressioni e superficialità?
Io continuo a credere a un’altra idea di politica.
A quella dei nostri Padri Costituenti, che vedevano nella politica una responsabilità alta, morale, civile.
Piero Calamandrei diceva che:
“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”
Ecco: la libertà della buona politica vale allo stesso modo.
E va difesa dai toni che cercano di soffocarla.
E permettetemi di dirlo con chiarezza:
se avessi avuto paura delle intimidazioni, mi sarei dimessa anni fa.
Quando sono stata querelata la prima volta – una vicenda ancora in corso – sarebbe stato facile fare un passo indietro, sarebbe stato facile non doverlo spiegare ai miei figli.
Non l’ho fatto.
Non lo faccio oggi.
Non lo farò domani.
E quindi, cittadini, domandatevelo davvero:
vi fidate di chi alimenta il caos, o di chi continua a lavorare nonostante tutto e nonostante tutti?
Vi fidate di chi vuole distruggere, o di chi costruisce?
Chi merita davvero le vostre attenzioni?