Nella Chiesa Vecchia - la Chiesa Bella, meglio - di Sacconago non ci sta più neanche uno spillo. Le sue porte si sono spalancate per la festa di San Cirillo e subito si è riversata in chiesa una folla che voleva ascoltare, vedere, abbracciare il "suo" Ginetto Grilli. Il cantore sinaghino, il cittadino benemerito di Busto Arsizio, l'uomo che a 99 anni e 10 mesi vede alle stampa un nuovo libro, la raccolta di testi per il Canto Novo dal 1998 ai giorni d'oggi.
L'uomo che quando viene letto il titolo di quest'opera, lo "ribalta" con ardore: «Io non sono tra i vecchi che sanno la strada, sono tra i giovani che corrono». Scatta l'applauso in chiesa, mentre il parroco don Claudio Caregnato spiega perché si è deciso di promuovere questa opera lodando «competenza e passione» dell'autore. Già nella prefazione (nel libro ci sono anche quelle di don Giulio Bernardoni e don Luigi Caimi, di Luigi Giavini e dall'assessore Manuela Maffioli) il parroco usa un bellissimo termine che accompagna ogni incontro con Ginetto (anzi Virginio Costantino Grilli): lo stupore.
Sì, lo stupore di fronte a questo giovane che corre con la mente e con i sentimenti: «Vent'anni fa un infarto mi ha portato via un pezzo di cuore, ma vi assicuro che me n'è rimasto abbastanza per volervi bene ancora a tutti». E che poco dopo declama Dante commuovendo tutti.
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Gli occhi di tutti si posano su un angolo dove sono pronti i libri, vegliati da Rolando Pizzoli, past president della Famiglia Sinaghina.
Tanti non riescono a trattenere le lacrime di fronte a questa figura di umanità e fede - come ha rimarcato padre Celeste Pianezze - che è Ginetto Grilli. Compirà 100 anni il 31 dicembre, questo ragazzo dai capelli bianchi, di fronte al quale la nipote Augusta Grilli ha sottolineato: «Curare la stampa di questo libro è stato un onore, una scoperta, una riscoperta di tante cose che mi hanno commossa... qui c'è tutta la storia di Ginetto, della famiglia, di Sacconago». Con tutte le sue emozioni, parola chiave che attraversa le pagine e l'aria. «Un'operazione nobile e identitaria», ha commentato l'assessore a Cultura e Identità Manuela Maffioli quando ci si è spostati in sala adunanze per la festa tutti insieme. Davvero, in questo prezioso testo attraversiamo anno dopo anno le tradizioni, la chiesa, le persone che si muovono dentro e attorno, con pennellate uniche di dialetto, ma anche i viaggi reali e virtuali, la devozione, fatti «strani e inquietanti» e altri dolcissimi. Ritratti, tra i quali non può che primeggiarne uno: dedicato alla sua Principessa, l'indimenticata Agnese.
Ecco Ginetto che si alza in piedi tra le proteste, perché tutti lo invitano a restare seduto. Ma no, non si può fare, insiste, quando bisogna dire grazie. Poi, bisogna firmare e fare dediche personalizzate a tutti quelli che si presentano (copie si possono trovare anche da Tagliabue in viale Alfieri e dal Cartè in via Reginaldo Giuliani). Per stemperare la commozione si può anche scherzare un po'. Come la voce borsanese Mario Colombo che suggerisce di rivolgersi a Trump perché venga a firmare il trattato di pace tra Sacconago e San Michele (nonché Borsano). «Deve venire» assicura Ginetto. Toccante la dedica scritta in diretta all'ex assessore Luciana Ruffinelli, con un pensiero anche per il compianto Angelo Prandoni.
Come la nipote Augusta assicura che ci sono un po' di testi inediti che scalpitano per essere pubblicati. Il giovane Ginetto ha ancora molto da fare.






















