Ieri... oggi, è già domani - 24 ottobre 2025, 06:01

“t'e trabùli tanci beoti” - “crei scompensi tra i bigotti”

I rapporti, anche di soggezione, con i sacerdoti, i tanti non detti del passato, i divari talora affioranti tra cultura popolare, modernità, messaggio evangelico e Chiesa...

“t'e trabùli tanci beoti” - “crei scompensi tra i bigotti”

Giusepèn, con la sua aria severa e indagatrice, vuole andare in fondo a ciò che vuol sapere; ben conoscendo la mia indole che non si ferma a quanto gli viene detto, ma che vuol giungere a una sana riflessione. "candu 'ndeu a cumpieta, ul don Giuli al ma disèa tanci robi e, nogn fieui a sbarlugèam i oegi, senza parlò" (quando si andava alla preparazione - per Cresima o Comunione- don Giulio, ci raccontava tanti aneddoti - del Vangelo - e noi ragazzi spalancavamo gli occhi - dallo stupore- senza parlare). Il senso del discorso (parole sempre di Giusepèn) era quello di maturare, senza tuttavia avere il contraddittorio. Tanto, dice Giusepèn che "lùi gan sempar rason e nogn sempar tortu" (loro, i preti, hanno sempre ragione e noi, sempre tutti i torti) - del resto, anche in casa, certi temi non si affrontavano; specialmente, quello del sesso, del sentimento o (diciamolo) quello di scoprire ogni funzione che effettua il corpo.

"Cunt'ul predi, l'ea sempar da capì 'ndua s'à l'ea pecò, candu t'è duèi lavossi, 'ndò a letrina o fossi 'na dumanda su tanci parchè" (con il sacerdote, c'era sempre da capire, dove si annidava il peccato, quando ci si doveva lavare, andare alla latrina -in pochissimi avevano il bagno in casa - o porsi una semplice domanda su tante questioni). Per dire che, su problemi "scottanti" come il sesso o il corpo, era severamente proibito parlarne. Ribatto a Giusepèn che questo mi creava un fastidio enorme; era dovuto al mio chiedere e sentirmi rispondere "candu s'è grandi, t'e cumprendaè" (quando sarai adulto, comprenderai) creandomi (consentitemi la parola) "seghe mentali" che non ipotizzavano soluzioni di sorta, al problema e nella fattispecie, al crescere con sani principi.

"T'è pudei non rimiò 'na moma ca la latèa ul fioeu; mai dossi 'n basèn davanti ai giuan, mai parlò grassu in presena du erba verda" (non potevi guardare una mamma che allattava il proprio pargolo; mai scambiarsi un bacio davanti ai giovani, mai dire una barzelletta ("parlò grassu") in presenza di bambini o ragazzi, chiamati appunto "erba verda") - e si cresceva così, con dubbi atroci, dentro una pietosa ignoranza (non voluta), ma dentro un'educazione "parziale" che costringeva ad attingere da un'altra parte, la verità. Si sviluppava così il "senso del peccato", ma pure quello che ha generato la categoria dei "bigotti" - ecco, costoro, hanno unicamente la "colpa" di non sviscerare il problema, di "bersi" tutte le parole ascoltate, senza porsi un dubbio, il desiderio di conoscere a fondo il problema.  Un esempio, ci vuole: da ragazzi, quando si andava a fare "plin-plin" come si usa dire oggi, ci si doveva affrettare a una scrollatina... e via... guai persistere nel purificarsi dalle gocce da sperdere. Eppure, a chiedere qual era il giusto comportarsi o si riceveva uno sberleffo oppure c'era un "risolino sardonico" che complicava  la questione.

E' a questo punto che Giusepèn mi pone una domanda, accompagnata da una constatazione. Ci metto poco a dire: "grazie , lo so", ma a me, bigotti e creduloni, son mai piaciuti. Domanda: "parchè t'è scrii dul Vangeli, poeu t'è disi a tua?... ti se non'n predi" (perché pubblichi un passo del Vangelo, poi aggiungi una tua riflessione?) - Constatazione di Giusepèn: "pochi o nisogn t'à rispondàn; ti a te trabuli tanci beoti ca preferissan tasè e rispondati non" (pochi e talvolta nessuno ti risponde; tu crei un patema d'animo tra i bigotti che preferiscono tacere e non rispondere).

Tutto vero, Giusepèn, ma è inutile credere ciecamente a quel che scrivono gli Evangelisti (i quattro acclarati dalla Chiesa) e comportarsi sempre in maniera differente. Metto qui, due esempi che certo, i bigotti dicono nulla, ma soprattutto loro NON si attengono a ciò che dice il Vangelo.

Se una donna tradisce, l'uomo può ripudiarla.  (lo dice il Vangelo) - perché, se tradisce  l'uomo non si dice che la donna può ripudiarlo? - il Vangelo dice pure che al momento di lapidare una peccatrice, pubblicamente, Gesù è intervenuto con la famosa frase "chi è senza peccato, scagli la prima pietra" e, nessuno lo fece - l'altro esempio è dedicato ai bambini. 

Gesù dice che "chi fa del male a un innocente, meglio si metta al collo la macina del mulino e si butti a mare" - oggi, quanti "fanno del male (i pedofili) ai bambini" e nessuno si butta a mare, con un peso al collo? - fatto è che anche dentro la Chiesa, si scoprono "reati sessuali" che nessuno (tranne qualche esempio) osa citare e condannare! - non è (lo chiarisco a Giusepèn) che a me interessa il consenso tacito o palese di chi mi legge - a me garba riflettere, dire la mia e cercare il contraddittorio - se pochi attuano il pacato contraddittorio, significa che sono bigotti, che fanno spallucce su quel che credono, che non sono in grado di reperire prove contrarie a ciò che esprimo nelle mie riflessioni - giusto, non sono un prete e non sono un Teologo, ma ho la fortuna di dialogare con un "signor Teologo" che mi incita a dire e a scrivere sul tema Religioso - del resto, anche Papa Francesco ha più volte detto di "non pregate a pappagallo", per il fatto che in troppi "maestri" dicono di credere, ma quasi nessuno attua il "credo" espresso nel Vangelo. Sostanzialmente, Giusepèn io credo, so che Dio è Amore, so che sono un peccatore, ma cerco sempre di... peccare un po' meno, a volte riuscendoci; altre volte no - so tuttavia che troppa gente, abitudinariamente va a confessarsi, ma dove collocano il detto "prometto di non offenderti più?", invece, da confessare, sono i soliti peccati, le solite mancanze, le abitudinali bugie. 

Credere in Dio-Amore, vuol dire "fare la volontà del Padre mio", ma a ben vedere cosa accade nel mondo, si attua la "volontà" dell'egoismo, della lotta fra Nazioni, della sopraffazione, del possesso, della violenza e altro... tutte cose che, con l'Amore hanno nulla da spartire.

Gianluigi Marcora

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